THAILANDIA
Eccoci all'aeroporto di Roma – Fiumicino
in attesa del nostro volo, scalo a Istanbul, destinazione Bangkok, non vediamo l'ora di partire, chissà cosa ci riserveranno tre mesi in un altro paese!
Arrivati all'Aeroporto Internazionale di Bangkok-Suvarnabhumi, abbiamo preso il treno fino alla fermata di Makkasan e da qui in metro siamo arrivati a Hua Lampong, dove avevamo prenotato la guesthouse.
Abbiamo fatto un giro in città che è molto caotica, ma allo stesso tempo molto interessante. Con il battello attraversando il fiume Chao Phraya,
anch'esso molto trafficato , tra una fermata e l'altra, godendoci vari paesaggi,
arriviamo al Wat Arun (Tempio dell'Alba),
una bellezza unica e suggestivo per la sua posizione.
Le costruzioni più appariscenti del Wat Arunratchawararam Ratchaworamahavihara, questo è il suo nome originale completo, sono i prang, ovvero le alte guglie in stile khmer che svettano verso il cielo.
Dopo aver ammirato questa meraviglia,
abbiamo ripreso il battello fino a raggiungere il Wat Pho, il più grande e più antico tra tutti i templi di Bangkok, al suo interno si trova il Buddha Disteso,
46 m. di lunghezza, 15 m. di altezza, la statua è rivestita interamente in oro, con i piedi decorati di splendidi intarsi madreperlati.
Accanto al Buddha nello stato di nirvana ci sono 108 ciotole, che rappresentano le altrettante caratteristiche positive del Buddha, dove i fedeli inseriscono una moneta come porta fortuna. Il tempio è famoso per il fatto di avere il maggior numero di statue del Buddha rispetto a qualsiasi altro del paese e qui è nata la prima scuola di massaggi thailandesi. Dopo aver visitato questa meraviglia, ci siamo recati al Palazzo Reale,
sito molto turistico e allo stesso tempo luogo di pellegrinaggio per i buddhisti, poiché al suo interno si trova il Wat Phra Kaeo ovvero il Tempio del Buddha di Smeraldo,
una statua sacra, simbolo di potere e divinità. Il Palazzo Reale è un complesso di edifici che si sviluppa in un’area di 218 mila metri quadrati,
pertanto richiede molto tempo per visitarlo e pazienza poiché è molto affollato dai visitatori.
Suddiviso in varie aree:
- il cortile esterno a nord dove un tempo risiedevano la moglie e le concubine del Re oltre alle figlie ed al personale femminile impiegato nella struttura stessa, all’epoca anche le guardie di quest’area erano donne,
- il cortile interno a sud che ospitavano le sedi ministeriali e del corpo di Guardia Reale,
- il cortile centrale dove ci sono gli edifici di maggiore interesse tra cui la Sala del Trono, Phra Thi Nang Chakri Maha Prasad.
Va detto che il Palazzo Reale non è la residenza ufficiale del Re, ma e’utilizzato tutt’ora per eventi di stato riguardanti la Famiglia Reale come ricevimenti, matrimoni o altre cerimonie. Dopo aver visitato questo grandioso luogo, sopportando una temperatura molto elevata, abbiamo ripreso il battello e siamo andati a visitare il Wat Traimit.
Salita la scalinata di questo tempio bianco, con tetti aguzzi dorati e con decorazioni d'oro ed azzurro, siamo arrivati nel vihara, dove erano presenti molti fedeli in preghiera davanti al Buddha d'oro, che pesa più di 5 tonnellate ed è la statua in oro massiccio più grande del mondo.
Su questa statua del Buddha c'è un particolare molte interessante da sapere, fu realizzata nel XIV secolo durante la dinastia Sukhothai, per poi essere trasportata nel regno di Ayuttaya, nel 1767. I Birmani attaccarono la città di Ayuttaya saccheggiandola, i monaci per salvare questa statua dorata dai nemici, la cosparsero con uno strato di stucco, abbellita con intarsi colorati e così non fu rubata. Rimase tra le rovine di Ayuttaya fino al 1800 quando il Re Rama I decise di portare tutte le statue del Buddha a Bangkok, collocandola sotto un tetto di lamiera nel Wat Traimit. Dopo aver ultimato i lavori d'espansione del tempio, durante le manovre di collocamento finale della statua, accadde un incidente, si ruppero le corde della gru che la sostenevano, così cadde, si scheggiò il gesso e sotto gli occhi degli operai apparve questa meraviglia. Incredibile! Dopo una giornata all'insegna della cultura, siamo andati a fare una passeggiata in Silom Road, conosciuta come aerea d'affari diurna, mercato all'aperto dal tardo pomeriggio fino alla mezzanotte.
Continuando siamo giunti nelle due strade di Pat Pong 1 e Pat Pong 2 dove si svolge il mercato notturno, ma soprattutto è famoso per i locali a luce rossa.
Il giorno seguente ci siamo avventurati (sempre se di avventura si puo' parlare) nel viaggio verso Samut Songkhram, chiamata anche Mae Klong. Iniziamo con la ricerca della piccola stazione ferroviaria di Wong Wian Ya(ad un solo binario), nel quartiere di Thonburi, raggiunta in bus, ma soprattutto trovata grazie alla bigliettaia, che ce l'ha indicata. Qui abbiamo acquistato il biglietto fino a Mahachai(dove si interrompe la prima tratta ferroviaria), siamo stati fortunati poiché è partito da lì a poco, dopo circa un'ora di viaggio siamo arrivati a destinazione. Da qui a piedi con il nostro zaino in spalla, camminando sotto la calura, curiosando e chiedendo, ci siamo incamminati lungo la strada dove si tiene il mercato del pesce, arrivando alla seconda tratta ferroviaria chiamata Baen Laem, la quale si raggiunge attraversando il fiume con il traghetto e tratto a piedi.
Acquistato il biglietto di viaggio per Mae Klong, ci siamo resi conto che avevamo parecchio tempo a disposizione
quindi abbiamo ingannato l'attesa mangiando del riso con verdure nel ristorantino della stazione. Arriva il treno, si parte, il viaggio è molto avvincente, il treno che fischia in continuazione, attraversando piantagioni di banane e orchidee.
Gli ultimi 200 metri prima di arrivare nella stazione di Mae Klong, si assiste ad una scena spettacolare, il treno attraversa il mercato cittadino che si svolge anche lungo i binari,
chiamato Mae Klong Railway Market;
all'arrivo del treno che fischia in continuazione,
tutti i venditori ritirano le tende che fanno ombra oltre a tutta la merce in vendita lasciando liberi i binari.
Sono presenti molti turisti, poiché questo mercato ha veramente il suo fascino. Quando il treno è passato, tutto ritorna come prima, come se non fosse successo nulla,
tende giù, banchetti in bella vista con verdure, frutta e tanti altri prodotti, ma soprattutto tanta gente a fare acquisti e a curiosare.
Tutto questo succede ogni volta che passa il treno, pertanto la scena per chi raggiunge questo località in treno la vive prima da sopra e poi come noi lungo il binario, sembra che il treno ti sfiori, stupefacente!
Un altro mercato che ha il suo fascino è il Damnoen Saduak,
il più grande mercato galleggiante della Thailandia,
molto turistico, i canali sono affollati da barche che portano i turisti a fare shopping tra i negozietti di souvenir.
Dopo il giro tra i canali, si può girare tra i vari negozietti, dove si possono mangiare tanti piatti thai molto buoni.
Come ho già detto è un mercato molto turistico, pertanto per chi volesse evitare il giro tra i canali, un po' caro, può recarsi direttamente al mercato a piedi, poco più avanti da dove gli autisti furbacchioni si fermano! Nel pomeriggio ci siamo recati al mercato di Amphawa,
meno turistico, più autentico con un' atmosfera molto bella. Sui canali ci sono le barche ma per lo più sono ristorantini oppure venditori di bevande.
Ci sono tanti negozietti lungo i canali, che vendono prodotti molto interessanti e curiosi, ma tanti altri che preparano piatti tipici: il pad thai, pollo e riso,gamberi, calamari alla brace, mango con riso, insomma è alquanto difficile resistere a queste tentazioni culinarie.
Abbiamo trascorso una giornata molto piacevole a spasso tra questi mercati galleggianti, alquanto insoliti per noi. Dopo alcuni giorni eccoci di nuovo a Bangkok, più precisamente in visita alla Turtle House,
la casa dove ha vissuto Tiziano Terzani. Ci accoglie il suo omino tutto fare, il Sig. Kamsing,
un uomo minuto, cortese, pronto a raccontarci la sua vita condivisa con Terzani. Appena entrati io sono scoppiata a piangere dalla gioia, stare in quella casa della quale avevo letto mi faceva stare bene, ma alle stesso tempo mi sembrava di sognare ad occhi aperti. Il Sig. Kamsing ci ha fatto girare tutta la casa, ci siamo seduti in giardino,
dove ha acceso le fontane e ci ha intrattenuto con vari racconti.
Purtroppo in questo periodo è alquanto preoccupato perchè a giorni questa casa sarà abbattuta ed al suo posto sorgerà un palazzo, anche se in Italia è stata lanciata una petizione per fermare la demolizione, ci ha chiesto di firmare e di aiutarlo a tenere in piedi questo casa che stà a cuore a lui ed alla sua famiglia. Abbiamo trascorso tutto il pomeriggio in questa casa fatata che a malincuore ho letto che è stata demolita mentre io ero ancora in vacanza in Thailandia, ma non ho avuto il coraggio di tornare lì per verificarlo, sono molto dispiaciuta, poteva essere un centro culturale italiano in memoria di Terzani. Un luogo molto interessante nella parte settentrionale di Bangkok è Dusit, abbiamo iniziato il nostro itinerario a piedi con la visita del Wat Benchamabophit Dusitvanaram,
un tempio buddhista conosciuto anche come il tempio di marmo.
Fu costruito nel 1899, all'entrata ci sono quattro colonne di marmo importato da Carrara, ai lati ci sono delle statue in pietra che raffigurano dei leoni che fanno la guardia al tempio, nella sala principale la statua del Buddha conserva le ceneri di Rama V e sulle mura sono raffigurate 52 immagini del Buddha.
Anche questo tempio è molto frequentato, sia dai turisti che dai devoti, molti dei quali donano riso, incenso e tutto l'occorrente che serve per la cura della persona ai monaci presenti.
Dopo aver visitato questa bellezza abbiamo proseguito a piedi superando il Palazzo del Governo, siamo giunti nella Royal Plaza, dove è ubicata una statua equestre del Re Chulalongkorn e ci siamo addentrati nel parco che ospita la Sala del Trono Ananta Samakorn.
Poco più avanti si incontra la Sala del Trono Abhisek Dusit, fino ad arrivare al Palazzo Vimanmek, poi costeggiando lo zoo di Dusit, siamo giunti al Palazzo Chitralada, residenza del Re, però chiusa al pubblico. Tornando indietro, camminando per circa 20 minuti, ci siamo recati al Wat Intharawihan, risalente al 1830, qui predomina un Buddha alto 32m., che purtroppo è in fase di restauro, quindi non siamo potuti salire per goderci la vista della città, ma ce lo siamo goduti dal basso, insieme a tutti i fedeli presenti.
Dopo aver assistito alla cerimonia in corso, ci siamo incamminati per la città, fino ad arrivare al Wat Saket e la Montagna d'Oro, il tempio non è così considerevole, infatti l'attrattiva del posto è proprio la Montagna d'Oro, una collina artificiale sacra. Salendo i 320 gradini, lungo i quali ci sono cascate, giardini fioriti e campane di preghiera, che abbiamo suonato come tutti i presenti, ci siamo fermati anche a battere il gong, nella speranza che si avverasse il nostro desiderio.
Arrivati in cima, ci siamo trovati davanti il chedi dorato, che contiene le reliquie del Buddha, l'atmosfera è molto spirituale, poiché è un luogo molto frequentato dai thailandesi ed anche dagli stranieri.
Naturalmente da qui si ha una bella veduta su tutta la città, oltre a guardare il panorama ci siamo goduti l'aria fresca, visto che la salita si è svolta sotto al sole. In serata siamo andati a fare una passeggiata in Khao San Road, la via dove per lo più alloggiano i backpackers, ma è anche la via della movida notturna. Ci sono ristoranti, pub, locali, discoteche, tante bancarelle che vendono di tutto, ma soprattutto tanti centri di massaggi. Inutile dire che la via era superaffollata di turisti, da giovani a meno giovani, chi cerca un'atmosfera da sballo se si può dire, questo è il luogo adatto. Lasciamo Bangkok in treno e ci dirigiamo a Nakhon Pathom, arrivati in città ci incamminiamo per raggiungere il nostro albergo, ma, mentre camminavamo come per magia, si ferma una vettura ed una ragazza dal finestrino ci chiede se vogliamo un passaggio, come si faceva a dire di no visto che la distanza era tanta e il caldo non era da meno. Dopo esserci rifocillati con una piacevole doccia, siamo tornati nel centro della città, per visitare il Phra Pathom Chedi,
che svetta a 120 m. d'altezza, rivestito con mattonelle color oro e considerato il sito buddhista più sacro della Tahilandia. Salendo la scalinata, ci si trova davanti agli occhi, la maestosa statua di Buddha, alla base della stessa sono custodite le ceneri di Rama VI. Girando intorno al cortile ci sono tantissime campane che i visitatori normalmente suonano per accattivarsi la buona sorte. All’interno del complesso sono presenti due musei, il Museo di Wat Phra Pathom Chedi, che espone reperti trovati durante gli scavi di Nakhon Pathom, tra cui sculture in pietra e reliquie. Dopo la nostra lunga visita di questo luogo religioso,
siamo andati al mercato che si trova lì vicino, c'era molta gente a fare acquisti di frutta e verdura, ma in parecchi erano seduti ai tavoli, mangiavano un dessert di tofu in sciroppo di zenzero, accompagnato da frittelle dolci, tutto rigorosamente fatto al momento
Non potevamo farci scappare quest'occasione, ottimo, diciamo questa è la loro merenda, per tutto il nostro soggiorno è diventata anche la nostra.Siamo tornati davanti al Phra Pathom Chedi, bellissimo di sera e sempre molto frequentato.
La nostra cena si è svolta al mercato notturno, ci sono tantissimi banchetti, ognuno è intento a fare la propria specialità: io ho mangiato un piatto di hoi tod, frittata d'uovo con ostriche, cozze fritte, germogli di soia, accompagnata da salsa di peperoncino, piatto tipico del cibo di strada.
Giovanni un piatto di pad thai con verdure, per chiudere in bellezza la giornata una porzione di khanom babin, dolce a base di farina di riso, latte di cocco, uovo e zucchero, una delizia.
Il nostro viaggio prosegue a ovest di Bangkok, più precisamente a Kanchanaburi, una città immersa in uno scenario di foreste e colline che si sviluppa lungo la sponda del fiume Kwae Yai. Questa città viene ricordata per aver svolto un ruolo molto importante nel corso della seconda guerra mondiale, infatti, Kanchanaburi fu la base per la costruzione della rete ferroviaria di collegamento tra Thailandia e Birmania, la cosiddetta ferrovia della morte, costruita dai prigionieri di guerra alleati. Uno dei luoghi che attrae moltissimi turisti è il Ponte sul fiume Kwai,
ispirazione del film premio oscar del 1957 di David Lean (“The Bridge on the River Kwai”), molto emozionante percorrere questa tratta ferroviaria. Dopo questa visita, a piedi siamo tornati alla fermata del songthaew (pick-up pubblico), passando tra varie case e proprio davanti al cortile di una di queste, una coppia di anziani era intenta ad essiccare il tamarindo, siamo stati invitati ad assaggiarlo e ci hanno offerto anche dell'acqua fresca. Va precisato che tutti i thailandesi, offrono acqua ai loro ospiti come segno di benvenuto, infatti anche nelle guest-house dove abbiamo alloggiato, abbiamo sempre trovato due bottigliette d'acqua minerale. Dopo aver visitato il ponte e la ferrovia,
è d'obbligo recarsi al Cimitero di guerra, che si trova a metà strada tra il centro della città e il ponte. Qui sono sepolti circa 7000 dei prigionieri alleati, principalmente australiani ed inglesi, che morirono costruendo la ferroviaria.
Oltre a queste attrattive, vi sono anche dei templi buddhisti molto interessanti, il Wat Tham Mongkon Thong, si può assistere alla meditazione delle monache galleggiando in acqua (su richiesta ed a pagamento), alle spalle del monastero, salendo dei gradini,
si arriva ad una rupe calcarea, da qui si può godere di una bellissima vista sulla città e del fiume. Entrando nelle grotte ci sono molte vecchie immagini di Buddha e luoghi per la meditazione,
ci siamo fermati a parlare con i monaci presenti, qui si respira un' aria molto mistica e la posizione influisce molto. Tornando in basso dalla rupe ci sono altri due templi da visitare, il Wat Tham Sua, con la sua pagoda cinese e il Buddha della felicità in mezzo al cortile ed il Wat Tham Kao Noi, costruito in stile classico thai.
Come ho già detto Kanchanaburi è immersa tra foreste, pertanto ci sono anche parchi e cascate da visitare, una di queste è il Sai Yok National Park, sulla sponda del fiume Khawae Noi. L'altro molto bello ed interessante è il Erawan National Park,
composto da vari sentieri, sviluppato su sette livelli, splendide cascate ed in cima ad una di esse una formazione rocciosa ricorda la forma dell'elefante sacro Erawan, da qui deriva il nome del parco. Proseguendo sulla strada per il confine con il Myanmar, a 220 km. da Kanchanaburi, si arriva a Sangklaburi,
una cittadina sperduta, affacciata sul bacino artificiale di Khao Laem. Abbiamo alloggiato in una casa tipica, la proprietaria è birmana, ma gli abitanti del posto sono per lo più di etnia Mon e Karen. Attraversando il ponte di legno situato sulle sponde del lago,
abbiamo visitato il villaggio Mon, il mercato ed il Wat Wang Wiwekaram, centro spirituale dei Mon della Thailandia.
La serata l'abbiamo trascorsa alla festa che si svolgeva nel centro di Sangklaburi, mangiando piatti tipici, ascoltando musica dal vivo, insieme a questi simpatici abitanti; tutti eccitati, in vena di divertirsi. Una scena che ci ha fatto ricordare il Myanmar, è stata la presenza di alcune donne accovacciate, che fumano con gusto sigari giganteschi e comandando a bacchetta i propri mariti! Da qui siamo andati al Passo delle Tre Pagode,
un valico di frontiera tra i monti del Tenasserim che collega la Thailandia al Myanmar. Sul lato thailandese ci sono 3 piccoli chedi,
dei templi ed un mercato che vende oggetti birmani. Proseguendo il nostro itinerario, ci siamo diretti nella romantica città di Ayutthaya,
uno dei tesori nazionali del paese.
Fu la capitale del Siam dal 1350 al 1767, periodo in cui era da considerarsi la città più importante del sud-est asiatico. Nel 1767, ci fu un attacco da parte dei birmani che la rasero al suolo e costrinsero gli abitanti di Ayutthaya ad abbandonare la zona. La città non venne più ricostruita, oggi è conosciuta come sito archeologico Patrimonio dell' UNESCO.
Il sito può essere visitato in bicicletta, che si può affittare nelle guest- house, oppure a piedi come abbiamo fatto noi visto che ci piace passeggiare.
Mi limito ad elencare alcuni templi da visitare assolutamente:
Wat Mahathat, qui si trova la testa del Buddha incastrata tra le radici di un albero, che è diventata uno dei simboli di Ayutthaya;
Wat Phra Si Sanphet. tempio caratterizzato da tre chedi;
Wihan Phra Mongkhon Bophit, che ospita una delle raffigurazioni in bronzo del Buddha più grandi della Thailandia;
Wat Chaiwattanaram, caratteristica principale è un prang centrale in stile khmer;
e poi il Wat Ratchaburana,
il Wat Phra Ram, il Wat Na Pra Men, il Palazzo Reale e tanti altri, vi auguro buona visita.
Un altro luogo molto interessante da vedere, che si trova nei pressi del parco è il Kraal degli elefanti, che vengono utilizzati dai turisti per fare la visita tra le rovine della città antica, certamente non da noi, ci siamo limitati ad osservarli nel loro campo.
A poca distanza da Ayutthauya, va assolutamente visitato il Palazzo di Bang Pa-in, la residenza estiva della famiglia reale. E' costituito da una serie di edifici:
Phra Thnang Aisawan Thippa-at, un padiglione che sembra galleggiare nello stagno che lo circonda, ospita una statua di re Chulalongkorn in uniforme da maresciallo;
Phra Thinang Wehat Chamrun, il palazzo è una copia di un monumento della corte imperiale cinese, dedicato al re Chulalongkorn nel 1889;
Phra Thinang Warophat Phinam, al suo interno si trova la sala del trono di Chulalongkorn, realizzato con uno stile architettonico tipicamente europeo;
Ho Withun Thasana, è una torre costruita originariamente nel 1881 come osservatorio astronomico;
Monumento alla Regina Sunanda Kumariratana, nel 1880 affogò mentre nuotava a pochi metri dai possibili salvatori, a cui era proibito toccare il corpo. Fu costruito l'anno successivo, si tratta di un monumento in marmo che reca una dedica in inglese realizzata dal Re Chulalongkorn;
A sud est della città di Ayuttaya, si trova il Wat Yai Chai Mongkhon, un monastero costruito nel 1360, caratterizzato da un grande chedi a forma di campana alto 60 metri; dietro il tempio, nel mezzo del giardino, si trova una gigantesca statua bianca restaurata del Buddha in posizione distesa.
La visita continua al Wat Suwan Dararam, un piccolo tempio che contiene al suo interno dei magnifici dipinti, risalenti al regno di Rama II. Sulla riva orientale del fiume Chao Phraya, nella parte sud-orientale alla confluenza con il fiume Pa Sak, si trova il Wat Phanan Choeng, costruito nel 1324, al cui interno ospita un'imponente statua del Buddha alta 19 m. ricoperta d'oro.
Si dice che la statua del Buddha seduto pianse quando i Birmani saccheggiarono la città nel 1769; per questo motivo è oggetto di culto da parte dei thailandesi. Nella parte posteriore del complesso si trova il santuario cinese realizzato in onore della principessa Soi Dok Mak.
Un'altra tappa da non perdere è la visita alla città di Lopburi, famosa per i suoi monumenti in stile Khmer e per il gran numero di scimmie che vagano per le strade del centro storico della città.
Oltre a questo, nel periodo in cui l'abbiamo visitata si svolgeva il Festival di canti e balli tradizionali.
Che dire di questo festival, bellissimo, siamo stati molto fortunati ad arrivare in questa città nella settimana in cui si svolgeva. Tutti sono vestiti con il costume tradizionale,
ci sono bambini che suonano musiche thai, donne che ballano, spettacolo teatrale storico e naturalmente banchetti che vendono cibo tradizionale, una serata speciale immersi in quest'atmosfera di festa. In questa città si può visitare il Phra Narai Ratchaniwet, il Palazzo di Re Narai, è un grande complesso che si estende su una superficie di 7 ettari ed ospita un bel parco (dove si svolge il festival) con numerosi e importanti edifici. Il Wat Phra Si Rattana Mahathat,
tempio khmer del XII secolo, è l'edifico più significativo di Lopburi. Nel centro storico della città, su una lieve altura che fà da rotatoria per il traffico, vicino alla stazione ferroviaria si trova il Phra Prang Sam Yod,
fu costruito quando Lopburi era sotto il controllo dell’impero Khmer, dall'altra parte della strada si trova il Wat San Phra Kan, noto come Tempio Kala, costruito nel 1953 al cui interno c'è una statua dorata del dio induista Kala e comprende anche resti di un prang khmer. Ma va detto che l'attrattiva principale di questo sito sono i macachi, simpatiche e dispettose allo stesso tempo. Tra Lopburi e Saraburi, si trova il Wat Phra Phutthabat,
un tempio molto antico, un’importante meta di pellegrinaggio, il cui nome significa “Grande Tempio Reale dell’orma del Buddha”. Per giungere al tempio, bisogna percorrere una tripla scalinata bianca, alla cui base si trovano le teste di cinque Naga in bronzo. All’interno del tempio si trova una teca d’oro dove è racchiusa l’imponente orma di Buddha, lunga 150cm. e larga 52cm.,
non è facile scorgere bene l’impronta perchè è coperta da monete e banconote lasciate dai devoti. Al nostro rientro a Lopburi purtroppo abbiamo sbagliato a prendere il bus, siamo andati nella direzione opposta, siamo entrati in un negozio per chiedere quale bus dovevamo prendere per tornare nel centro della città, la figlia della proprietaria ci ha detto di aspettare che ci avrebbe accompagnato lei con la sua auto. Che dire, qui si vivono in continuazione delle emozioni molto forti, questi sono i gesti che mi fanno riflettere e dire “Ahimè perchè non sono così anch'io! Nella parte centrale della Thailandia, si trova la città di Sukhothai, raggiungibile fino a Phitsanulok in treno e poi un' ora di bus; si attraversano piantagioni di tabacco, tamarindo, banane, papaya, mango e riso. Sukhothai era la capitale di un grande regno che nel XIII secolo riuscì a svincolarsi dal dominio khmer diventando il primo grande regno in quella che sarebbe diventata la terra thailandese. Questa città va assolutamente visitata per il suo parco storico Patrimonio Mondiale dell’Unesco, è una meraviglia a cielo aperto. Il parco storico della vecchia Sukhothai è immerso nel verde, tra stagni e fiori di loto e comprende un totale di 21 diversi siti storici, il modo migliore per visitare il Parco Archeologico è in bicicletta oppure a piedi per gli amanti delle passeggiate! Dall’entrata principale, lungo la strada che porta al Wat Mahathat, si può vedere sulla destra il King Ramkhamhaeng Monument,
dedicato al re più importante del regno di Sukhothai, vicino un laghetto e una scalinata con aiuole fiorite conducono alla statua in bronzo che lo raffigura seduto sul trono. Il Wat Mahathat,
è il più grande tempio di Sukhothai, fu fondato da Sri Indratitya alla fine del 13° secolo, è stato ristrutturato e ampliato numerose volte, si trova all'interno di una cinta muraria circondata di fossati.
Il chedi principale si erge da una piattaforma quadrata ed è circondato da altri otto chedi più piccoli, fu costruito nel 1349, per custodire alcune reliquie del Buddha, la propria guglia è a forma di bocciolo di loto, caratteristica architettonica tipica dello stile Sukhothai, mentre i chedi più piccoli, sono in stile Mon Harimpuchai( realizzati in mattoni, più eleganti e slanciati) e in stile Khmer.
Sulle torri ci sono nicchie che ospitavano statue del Buddha, in una di queste è ancora visibile una bella statua di un Buddha in piedi. I chedi in stile Khmer sono realizzati in pietra e sulle facce cardinali ci sono delle nicchie che ospitavano statue del Buddha, mentre il viharn principale, di cui rimangono solo le colonne, è situato davanti al chedi principale.
Appena davanti a questo viharn se ne trova un altro, del quale rimangono solo le colonne e sul retro è possibile ammirare una bella statua del Buddha seduto. A lato del chedi principale, ci sono due mandapa che ospitano ciascuno una grande statua del Buddha in piedi, alta 12,5 metri.
Le statue, che occupano quasi completamente l’edificio, sono chiamate Phra Attharot e sono tipiche dello stile Sukhothai. Un terzo mandapa ospita una grande statua del Buddha seduto raffigurato nella postura Bhumisparsha mudra, mentre dell' ubosot rimangono il basamento, le colonne e un’altra splendida statua del Buddha seduto. Circa 200 metri ad ovest di Wat Mahathat, si trova il Wat Tra Phong Ngoen, un piccolo tempio in stile Sukhothai, con un chedi a forma di bocciolo di loto. Proseguendo su una piccola isola al centro di un grande stagno, si trova Wat Sa Si
uno dei monumenti più interessanti del parco storico di Sukhothai. Il tempio è costituito da un chedi principale, un altro chedi più piccolo, i resti di un viharn con una grande statua del Buddha seduto,
un ubosot su un isolotto separato e una statua del Buddha che cammina in stile di Sukhothai. Alcuni dei monumenti più belli di Sukhothai si trovano fuori dalle mura della città antica, uno è il Wat Sorasak,
tempio risalente al 1412, dedicato agli elefanti che, dalle credenze Thai, si dice che toccare questi elefanti porti bene! Poco oltre, c’è l’ingresso al Wat Phra Phai Luang, un vasto e interessante complesso, circondato da un ampio fossato, è in gran parte in rovina e l’edificio più imponente è un grande phrang in stile Khmer. Poco lontano da Wat Phra Phai Luang c’è il Wat Sri Chum,
universalmente famoso per il suo mandapa che ospita un gigantesco Buddha seduto, il più fotografato di tutta Sukhothai con l’espressione del suo viso che infonde grande pace e serenità,
le dita della mano destra, alte quanto un uomo, sono ricoperte da foglioline d'oro lasciate dai devoti.
Il Wat Chetuphon è il tempio più grande dell’area meridionale, la struttura più imponente è un mandapa che ospita quattro grandi Buddha in mattoni e stucco in diverse posture. Proseguendo sul confine occidentale della Thailandia, siamo arrivati a Tak e da qui in mini van abbiamo raggiunto la città di Mae Sot, che si trova a 5 km. dal confine con il Myanmar. Con un pick up pubblico, siamo andati a curiosare la vita che si svolge intorno al confine,
qui c'è un mercato molto interessante, si può acquistare cibo, abbigliamento, artigianato birmano, zaffiri, rubini, giada,( frutto del contrabbando del Myanmar), naturalmente anche noi siamo stati avvicinati da questi “commercianti".
Attraversando il ponte dell'amicizia, che si trova sulle rive del fiume Moei,
si arriva nella città birmana di Myawaddy, qui c'è un via vai di gente, chi viene a vendere i propri prodotti oppure a fare acquisti, anche i nostri compagni di viaggio del pick up se ne sono tornati nel Myanmar. Tornando in città abbiamo visitato il Wat Maune Pai Son,
è uno dei molti templi in stile birmano, la sua particolarità, gremito di piccoli chedi. Oggi viaggiamo per circa 6 ore in pick up, diciamo non tanto confortevole, ma molto curioso attraversando vari villaggi di collina e naturalmente viaggiando con la gente locale siamo arrivati a Mae Sariang, un piccolo villaggio dall'aspetto singolare con case in legno e campi di riso. Da qui in bus abbiamo raggiunto la città di Mae Hong Son, circondata da alte montagne, attraversata da vallate con fitta vegetazione e piantagioni di riso e mais. Arrivati in città abbiamo chiesto indicazioni per raggiungere la nostra guest-house, ognuno ci dava le proprie indicazioni, la scena sorprendente è stata quella che mentre proseguivamo a piedi, l'ultima persona a cui avevamo chiesto, ci ha raggiunto in motorino e si è offerta ad accompagnarci uno per volta a destinazione, inutile dire quello che si prova quando si ricevono questi gesti inaspettati di gentilezza. Abbiamo cenato al mercato notturno che si svolge intorno al lago Chong Kham,
un ambiente pittoresco e sereno, sul quale sorgono due templi in stile birmano, visto che siamo al confine con il Myanmar, il Wat Chong Klang e il Wat Chong Kham con lo sfondo delle montagne sul retro.
Il Wat Chong Klang è sulla destra con il prominente chedi in bianco ed oro, mentre il Wat Chong Kham costruito nel 1827 da artigiani Thai Yai rimane invece sulla sinistra, purtroppo, gli edifici originali del tempio, rigorosamente di legno, sono stati danneggiati da un incendio nel 1970 e gran parte di quello che si può vedere oggi è una ricostruzione. Viaggiando per circa sei ore in bus, eccoci a Chiang Mai, la più grande città, anche dal punto di vista culturale della Thailandia del nord, circondata da fiumi e verdi colline. La città conta più di 300 templi (quasi quanti Bangkok), caratteristica questa che le conferisce un fascino particolare. Sulla strada principale della città, in una grande piazza si trova la Tha Phae Gate, la porta urbana recentemente restaurata che segna l'entrata all'antica città.
Poco al di fuori della cinta muraria, è possibile ammirare il Wat Bupparam,
costruito nel 1497 sotto il regno di re Muang Kaeo, ma l'edificio più famoso di Chiang Mai è il complesso religioso del Wat Phra Sing, risalente al 14° secolo quando Chiang Mai fu la capitale del regno Lanna, infatti è uno dei migliori esempi di questa architettura nel nord della Thailandia, ospita alcune statue del Buddha molto antiche e venerate. Il chedi principale completamente dorato, è di forma circolare con una base quadrata, ognuno dei lati è decorata con figure di elefanti. Il Viharn Lai Kham, è l’attrazione principale del monastero, questo viharn è stato costruito alla fine del 14° secolo per ospitare un Buddha molto venerato, chiamato Phra Singh Buddha. A 16 km. di distanza da Chiang Mai, si stagliano i 1676 mt. del monte Doi Suthep, qui a 1053 mt. sorge il Wat Doi Suthep,
raggiungibile tramite una magnifica scalinata, affiancata da una balaustra ondulata di naga. Il tempio è un luogo di pellegrinaggio perchè custodisce una reliquia del Buddha ed è molto visitato anche dai turisti.
Nei giorni successivi abbiamo deciso di visitare un centro di addestramento per elefanti, un luogo molte interessante, ma allo stesso tempo un luogo di riflessione.
Ma torno un po' indietro nel tempo... In Thailandia l'elefante è un simbolo nazionale, nei templi ci sono molte statue che lo rappresentano, un tempo era raffigurato sulle monete e dal 1998 il governo thailandese, ha proclamato il 13 marzo la giornata dedicata a quest'animale. Questo legame molto forte nella cultura del popolo thailandese va ricercata nella tradizione religiosa, infatti l'elefante è considerato un animale sacro sia nel buddhismo che nell'induismo. I thailandesi hanno avuto una relazione molto stretta con gli elefanti, per lungo tempo è stato l' unico mezzo di trasporto e di lavoro disponibile nelle mansioni quotidiane del villaggio rurale. Dal 1989 è vietato l'utilizzo di quest'animale per le suddette mansioni e dal 2013 la Thailandia si è impegnata a porre fine ad ogni forma di commercio d'avorio; a causa della perdita del loro habitat naturale, sono nati questi campi d'addestramento, che mirano al recupero degli elefanti. Noi siamo andati al Chiang Dao Elephant Training Center, qui la mattina si può assistere al bagno degli elefanti
e ad uno spettacolo dove si esibiscono mostrando i lavori che possono fare.
Il turismo può migliorare o peggiorare le condizioni di vita degli elefanti? Io posso dire che noi siamo usciti da lì un po' tristi. Nel nord della Thailandia, proprio al confine con il Myanmar, sempre nella provincia di Chiang Mai, in una valle verdissima, tra le montagne e sulle sponde del fiume Kok, sorge Thaton, un piccolo e sonnolento villaggio.
Oltre ai suoi paesaggi, l’attrazione più importante della città è il Wat Tha Ton, il cui edificio centrale sorge su una collina verde che si erge lungo il fiume e dal quale è possibile scorgere il Myanmar e bellissimi paesaggi montuosi. E proprio mentre eravamo intenti a visitare questo tempio, abbiamo fatto amicizia con dei ragazzi novizi buddhisti, provenienti da Fang un villaggio vicino. Si trovavano in questo monastero poiché qui si svolgono le loro lezioni di lingua inglese ed erano accompagnati dal loro maestro, che ci hanno presentato. Abbiamo trascorso del tempo nella scuola in loro compagnia, ci hanno illustrato il loro programma scolastico, ci hanno offerto acqua, come da tradizione thai, ma l'evento più sorprendente è stato che ci hanno invitato a trascorrere due giorni con loro in un tempio a Wiang Haeng. Dopo aver preso accordi per il giorno successivo, loro sono tornati a Fang e noi abbiamo iniziato la nostra visita al tempio.
Il Wat Tha Ton è situato in cima ad una collina, si sviluppa su nove livelli, che ospitano santuari, statue del Buddha ed un chedi. Da ogni livello abbiamo ammirato il panorama sulla valle
circondata da montagne che arrivano fino al Myanmar, il villaggio e il fiume Mae Kok.
Eccoci in viaggio, maestro alla guida del suo songthaew, al suo fianco due novizi, noi dietro in compagnia degli altri tre, tra bagagli e varie provviste. Anche lo spostamento è emozionante, poiché non è tanto confortevole viaggiare per circa 5 ore seduti su di una panca di legno, tenersi aggrappati tutto il tempo al sostegno per non cadere giù e tapparsi il naso e la bocca per il polverone, ma il panorama e quello che ci aspetta, di sicuro ci ripagherà! Abbiamo fatto una tappa al mercato di etnia lahu, per acquistare della frutta,
poco più avanti un altra sosta per un pranzo veloce e poi di nuovo in viaggio,
nel tardo pomeriggio siamo arrivati a destinazione. Ci ha accolto il monaco del monastero con tutti i suoi novizi, offrendoci del thè con dei dolcetti, è inutile dire quanto eravamo felici. Ognuno di noi ha sistemato le sue cose nelle stanze assegnateci e poi siamo andati a visitare la famiglia di un novizio che abita in questo villaggio. C'era la nonna e la sorellina ad aspettarlo, l'ultima volta si erano visti tre mesi prima, lui ha comprato alla nonna i mandarini, a lei piacciono molto. Il nostro amico teneva molto a raccontarci e mostrarci le foto della cerimonia di quando ha deciso di intraprendere la strada del noviziato buddhista. Mentre eravamo tutti lì intenti a guardare queste foto è tornata sua madre dal lavoro, il suo impiego: lavorare nei campi, di sicuro era stanca ma come tutti era sorridente. Tornati al monastero, i novizi si sono dedicati alla pulizia del tempio(mansione che viene svolta tutti i giorni).
Ogni novizio ha i propri impegni da svolgere, una volta terminato, ci siamo riuniti in preghiera, in attesa della cena.
Il pasto viene preparato dai fedeli, oggi ci hanno pensato la mamma e la zia del nostro amico, si sono presi cura di tutti noi e ci hanno coccolato.
Dopo aver sistemato le stoviglie, se ne occupano sempre i novizi,
il nostro amico novizio ci ha tenuto ad illustrarci la dottrina buddhista. A fine serata quando quasi tutti si erano coricati, ci siamo ritirati anche noi nella nostra stanza,
eravamo così eccitati che non riuscivamo a dormire, ma dopo averci scambiato alcune impressioni, la stanchezza ha preso il sopravvento e ci siamo addormentati come sassi. La mattina seguente alle 5:00 ci ha svegliato il suono del gong, via tutti in piedi, pronti per la preghiera mattutina, dopo la cerimonia, colazione e poi insieme ai novizi siamo andati a piedi a visitare un tempio a circa 1,5 km. di distanza,
attraversando piantagioni d'aglio e salendo circa 410 gradini, si arriva sulla collina dove è situato. Qui ci attendevano due monaci, ci hanno fatto accomodare e ci hanno offerto, riso, dolci ed acqua (offerte ricevute in mattinata dai fedeli), dopo averli ringraziati, siamo tornati al nostro tempio. Nel pomeriggio siamo andati tutti, compresi i familiari del nostro amico novizio, al festival che si teneva al Wat Fah Wiang Inn,
al confine con il Myanmar, molto curioso è che una parte del complesso si trova in territorio birmano. Un festival molto interessante e colorato,
ci sono donne di etnia palong,
lahu,
karen e lisu,
pronte a farsi fotografare e a vendere prodotti locali.
La mattina seguente dopo la preghiera, abbiamo atteso l'arrivo degli abitanti del villaggio vicino, alcuni dei loro ragazzi sarebbero diventati novizi buddhisti e l'abate del monastero avrebbe celebrato il rito dell'ordinanza monastica.
Dopo la cerimonia si è svolto un banchetto molto succulento, tutto rigorosamente offerto dagli ospiti, una gran festa!
Purtroppo noi dovevamo partire, quindi dopo aver pregato insieme all'abate
e salutato tutti gli ospiti, in particolar modo i familiari del nostro amico,
ci siamo rimessi in viaggio verso Tha Ton. Un'esperienza indimenticabile, siamo stati molto fortunati a ricevere questo invito, ancora oggi ringraziamo tutte le persone che abbiamo conosciuto durante questo soggiorno.
Da Tha Ton abbiamo raggiunto in barca Chiang Rai, la navigazione sul fiume Kok dura circa 4 ore,
è una piccola avventura che offre panorami bellissimi e la possibilità di vedere la Thailandia rurale. In questa città vanno assolutamente visitati il:
Baan Dam Museum, più comunemente conosciuto come “The Black House”, la casa nera, è una creazione molto particolare dell’eccentrico artista Thai, Thawan Duchanee.
Wat Rong Khun, più comunemente conosciuto come “The White Temple”, il tempio bianco, uno splendido edificio che risplende nel panorama, grazie alla sua realizzazionedi calce bianca e frammenti di specchi. Il tempio è stato realizzato nel 1997, da Chalermchai Kositpipat.
Wat Phra Sing. è un esempio raffinato dell’architettura religiosa Lanna, la statuetta di Phra Phuttha Sihing, che adesso si trova a Chiang Mai, era originariamente custodita proprio qui.
Wat Phra Kaeo, è noto per la sua sala in stile tardo Lanna con le statue in bronzo di Buddha, il tempio è comunque più famoso come il luogo in cui venne scoperto il Buddha di Smeraldo, attualmente conservato a Bangkok.
Mae Salong, meglio conosciuta come Doi Mae Salong è ufficialmente chiamata Santikhiri, abitata da cinesi provenienti dallo Yunnan: la maggior parte della zona è coltivata da piantagioni di thè, caffè e alberi da frutta. Nel villaggio ci sono molti teashop, c’è anche un piccolo mercato dove si possono trovare oggetti artigianali prodotti nei piccoli villaggi delle varie minoranze etniche presenti in zona, in particolare dalle donne akha.
Il mercato più interessante, che si svolge lungo la via principale del villaggio è quello mattutino, anche qui arrivano le donne delle tribù delle colline, sia per vendere che per fare acquisti.
In questo villaggio, una scalinata di circa 700 gradini, porta in cima ad una collina, dove è situato un bellissimo tempio il Phra Boromathat Chedi, costruito in onore della principessa defunta madre, Srinagarindra. Accanto al chedi c'è il tempio dedicato alla regina Madre, moderno ed in stile tailandese, tutto intorno c'è una splendida vista sul villaggio e ad ovest verso il Myanmar. Mae Sai, è la città più settentrionale del paese, qui c'è il ponte che porta nella città di Tachilik nel Myanmar
proprio oltre il corso del fiume Mae Sai, un luogo dal grande fascino. Lungo la strada che porta al ponte,
sempre molto trafficata, si trovano negozi, bancarelle ed ambulanti, che vendono prodotti birmani e thai; percorrendola tutta a piedi si arriva vicino alla riva del fiume. Oltre alle foto di rito davanti al ponte e ai cartelli che indicano l'estremità settentrionale della Thailandia
si può visitare il Wat Phra That Doi Wao, un tempio in cima ad una piccola collina (il tempio più a nord della Thailandia) da cui si aprono delle belle vedute panoramiche su entrambe le cittadine, sulla valle del fiume Mae Sai e su un'ampia superficie caratterizzata da basse e aspre montagne nel territorio del Myanmar. Il “Triangolo d'Oro”, termine usato per indicare la distesa di colline e montagne della Thailandia settentrionale al confine con il Laos e il Myanmar, per anni è stato il centro mondiale del traffico d'oppio ed eroina. Noi ci siamo fermati nella cittadina di Chiang Saen, tranquilla ed affascinante, sulle sponde del Mekong,
strade quasi deserte, sistemazioni un po' spartane. Con un songthaew abbiamo raggiunto la cittadina di Sop Ruak, che da centro della zona di produzione dell'oppio si è ora trasformata in una frequentatissima località puramente turistica, comunque un posto interessante. Ci sono vari punti dove poter fare delle foto accanto al monumento che indica il Triangolo d'Oro, il primo meno frequentato all'inizio della cittadina
e l'altro nuovo, più avanti verso il centro, dove si fermano i pullman turistici.
Accanto al monumento nuovo sorge il Phra Chiang Saen Si Phaendin, un santuario con una gigantesca statua di Buddha tutta dorata che sorge su una piattaforma simile ad una barca.
Poco all'interno sorgono uno accanto all'altro la House of Opium, un piccolo museo e il Wat Prathat Pu Khao, un tempio con vista panoramica sul fiume Ruak che confluisce con il Mekong, uno dei fiumi più lunghi al mondo e affacciandosi dalla terrazza è molto emozionante vedere davanti ai propri occhi il Myanmar e poco più in là il Laos.
Chiang Khong, è un'altra cittadina tranquilla sulla sponda meridionale del Mekong, usata dai viaggiatori come sbocco per il Laos, noi l'abbiamo usata come tappa di relax. La Thailandia del nordest, nota come Isan, situata nel vasto altopiano di Korat, delimitata dal fiume Mekong e dai monti Phetchabun è abitata da una popolazione contadina che coltiva riso, tapioca, cotone e parlano la lingua isan, una zona molto interessante e tradizionale del paese, ma poco visitata dai turisti. La bellezza panoramica del Mekong si coglie al meglio passeggiando sul lungofiume di Nakkon Phanom, qui abbiamo visitato il mercato, parlato con la gente del posto, tutti molti cordiali, anche qui un'atmosfera rilassante.
A poca distanza si trova un'altra cittadina piccola e tranquilla, That Phanom, che ospita uno dei templi più importanti della regione, il Wat Phra That Pahanom,
risalente a circa 2500 anni fa, il suo chedi in stile laotiano, alto 57 metri spicca nel cielo della città, la sua cima sottile è decorata con 109 kg. d'oro, all'interno del suo pinnacolo è collocato lo sterno del Buddha.
Questo tempio è molto affollato e venerato dagli abitanti di tutta la regione, in quanto è credenza diffusa che visitarlo sette volte assicuri una vita felice, noi ci siamo limitati a due volte, nella visita diurna molto frequentato e quella notturna fino alla chiusura tra i pochissimi fedeli presenti.
L'ultima città sul corso del Mekong è Mukdahan, con i suoi stupendi scenari fluviali, abitata da diverse minoranze, tra cui spicca quella del Laos insieme a quella vietnamita. Tutti i giorni si può trovare il famoso mercato sul lungofiume, dove andare alla ricerca di qualsiasi tipo di oggettistica, cibo ed abbigliamento prodotto con i tessuti tipici della provincia. Buriram, che letteralmente significa "città della pace", non offre molto da vedere, ma la campagna provinciale custodisce importantissime rovine antiche, molte delle quali sono rimaste sepolte per secoli dalla vegetazione. A 70 km. circa si trova il Prasat Phanom Rung,
non c'è nessun mezzo pubblico che lo raggiunge direttamente, l'unico che si avvicina di più, ci ha lasciato a 8 km. di distanza, da qui è iniziata veramente la nostra avventura. Abbiamo prima provato a raggiungerlo a piedi, ma l'incertezza della strada e il caldo ci ha fatto arrendere, abbiamo provato a fare l'autostop, niente. Abbiamo chiesto maggiori informazioni alle persone che abitano lungo questa strada e tra questi, una coppia si è offerta di accompagnarci, che fortuna, per non dire altro! Dopo aver percorso una lunga strada dritta tutta asfaltata, infinita in macchina, figuriamoci a piedi, ci siamo arrampicati su di una collina e poi dopo vari km. siamo arrivati a destinazione. Ci hanno lasciato lì e sono andati via; ci siamo chiesti come saremmo tornati indietro, guardandoci abbiamo detto ci penseremo dopo, ora godiamoci questa meraviglia.
Questo sito è il più impressionante e meglio conservato fra i templi Khmer al di fuori della Cambogia. Si trova sulla cima di un vulcano inattivo a circa 400 m di altezza sul livello del mare,
originariamente era un tempio induista, in cui venivano venerati Shiva e Vishnu. Di solito le nostre visite durano ore, qui non abbiamo tralasciato nulla, ma diciamo ci siamo affrettati poiché avevamo il dilemma del rientro a Buriram. Naturalmente nessun bus fino alla strada principale; via si riprova con l'autostop e dopo poco,chi si ferma?! Un poliziotto! Eccoci di nuovo sulla strada principale, da qui dovrebbe essere più facile poiché passano gli autobus, ma intanto proviamo ancora con l'autostop, non si sa mai, qualche anima buona. Eccola che arriva poco dopo, un ragazzo si ferma, parla molto bene inglese e ci dice che ci aveva già visto e che è tornato appositamente indietro per accompagnarci, ci ha lasciato alla stazione di Nang Rong, da qui in mini van siamo tornati a Buriram. Eravamo preoccupati per il rientro, è stato meno difficoltoso e grazie a queste fantastiche persone siamo riusciti a fare la nostra escursione. In bus, passando per Korat, abbiamo raggiunto Phimai, una tranquilla cittadina nell'Isan meridionale. L'attrazione principale della città è il Prasat Hin Phimai,
che si trova all’interno del Historical Park
ed è il più grande e importante tempio Khmer della Thailandia. A pochi chilometri da Phimai, facilmente raggiungibile a piedi, se si è amanti delle passeggiate, si trova Sai Ngam che ospita l’esemplare più grande (15.000 mq) e più longevo (350 anni) al mondo di ficus benjamina o banyan tree.
L’intera isola al centro del lago è ricoperta da quello che può sembrare un boschetto, ma in realtà è un solo albero,
qui, noi e i thailandesi presenti ci siamo riposati al fresco, gustandoci del cibo acquistato nelle bancarelle che si trovano a poca distanza.
Dopo aver visitato tutti questi luoghi, abbiamo deciso di rilassarci un po' sull'isola di Ko Chang, prendendo un bus fino a Chantanaburi, poi un minivan fino a Trat, dove abbiamo trascorso la notte. Il mattino seguente con un songthaew abbiamo raggiunto Laem Ngop, da dove partono i traghetti, molto affollati,
l'isola è una meta ambita dai turisti. Abbiamo affittato uno scooter, che ci ha dato la possibilità di girare tutta l'isola, fermandoci sulle varie spiagge, White Sand Beach, Lonely Beach, Khong Koi Beach, Kai Bae Beach,
la baia di Hat Sai Khao e la baia di Bai Lan. Un posto da non perdere le Khlong Phlu Waterfall, in mezzo alla foresta,
dopo una passeggiata di 10 minuti immersi nel verde, si arriva a questa cascata con un bel laghetto dove si può fare il bagno insieme ai pesciolini, un’esperienza unica! Vogliamo continuare a rilassarci quindi optiamo per l'isola di Ko Samet, con un mini van raggiungiamo Ban Pae e da qui ci imbarchiamo per la nostra meta. Ko Samet è un'isola piccola, con splendide spiagge, mare cristallino; anche se molto turistica, siamo stati bene.
Tornati sulla terra ferma, ci siamo diretti a Pattaya, situata sul golfo della Thailandia, è una delle località turistiche più frequentate. In città ci sono molti centri commerciali, ristoranti e bar, è famosa per la sua vita notturna, purtroppo va detto quello che prevale è il turismo sessuale.
Passando per Bangkok ci siamo diretti a Phetchaburi, anche qui chiedendo informazioni per raggiungere la guesthouse, un ragazzo si è offerto di accompagnarci in auto, incontriamo sempre persone molto gentili, o saranno tutti così? Abbiamo fatto un giro in questa tranquilla città, con pochissimo turismo, visitando i vari templi, ne cito alcuni;
Wat Yai Suwannaram, fondato nel corso del XVII secolo (Regno di Ayutthaya, 1350-1767), il complesso fu completamente restaurato durante il regno di Rama V(1868-1910)
Wat Borom, il Wat Trailok, entrambi dall'aspetto un po' trascurato
Wat Kamphaeng Laeng, letteralmente “Il Tempio con il Muro di Arenaria", è un tempio Khmer costruito nel corso del XII secolo, è il più antico di Phetchaburi
Wat Mahathat, il suo immenso prang bianco si innalza al centro del tempio, risale al periodo di Ayutthaya
Un luogo molto interessante da visitare qui a Phetchaburi, è il Phra Nakhon Khiri, anche qui abbiamo chiesto ad una signora se la strada che stavamo percorrendo ci conduceva a questo complesso e come è andata finire, ci ha accompagnato lei con la sua auto...che popolo gentile. E’ il più noto punto di riferimento di Phetchaburi, situato su una verdeggiante collina, chiamata Maha Samana,
è stato costruito per ordine di re Rama IV e nel 1860 divenne la sua residenza estiva, oggi è dichiarato parco storico. La salita è un po' faticosa, sopratutto per il caldo, ci hanno accompagnato delle scimmie molto curiose, siamo rimasti incantati dal panorama sulla città.
La residenza comprende un tempio, un chedi, un osservatorio, edifici con sale del trono, un teatro e scuderie, inutile dire quanto tempo abbiamo trascorso su questa collina.
Anche in questa città abbiamo affittato uno scooter e siamo andati a visitare Tham Khao Luang Cave, un santuario buddista costruito all’interno di una grotta. la più grande ha un’altezza di oltre 90 metri. Quest’ultima è caratterizzata da un’apertura all’estremità superiore, attraverso la quale la luce solare filtra all’interno creando un ambiente surreale, contenendo circa170 statue del Buddha tra cui alcune portate dai pellegrini, è uno dei luoghi più incantevoli della Thailandia.
In questi giorni, lungo le sponde del fiume si svolge una festa con canti e danze tradizionali.
Il presentatore della manifestazione appena ci ha notato tra il pubblico ha voluto sapere la nostra provenienza, le nostre impressioni e quanto ci saremmo trattenuti nel loro paese, traducendo simultaneamente in lingua thai per il pubblico presente, che ci ha accolto con un caloroso applauso.
Oltre al mercato notturno, in occasione della festa, ci sono molti banchetti dove poter mangiare piatti e dolci tipici, ne vogliamo parlare, ci siamo dati da fare! Viaggiando per tre ore circa in treno siamo giunti a Prachuap Khiri Khan, una tranquilla cittadina di pescatori, al limite di una bella baia del Golfo del Siam.
Il vero gioiello della città è la baia delimitata da una passeggiata lungomare, dove la gente del posto pratica sport oppure si limita a fare delle piacevoli camminate. Da questo punto si può assistere al rientro dei pescatori, con copiose quantità di pesce, pronto per essere venduto al mercato.
Sulla baia c'è una scogliera di calcare,il Khao Chong Grajok,
(Monte della galleria degli specchi),salendo una gradinata, cercando di schivare i macachi dispettosi, si arriva ad un bellissimo punto panoramico.
In cima c'è il Wat Thammikaram,
risalente al re Rama VI, tra piante di frangipani ed escrementi dei macachi.
Debbo essere sincera, avevo un po' paura dei macachi, ci guardavano incuriositi, erano molto attenti ai nostri movimenti, pronti a rubarci qualsiasi cosa, infatti fare le foto da questo punto, non è stato facile. La visione dall'alto sulla baia e sulla città è molto bello e rilassante, mi ha fatto dimenticare la loro presenza!
Anche qui abbiamo affittato uno scooter e siamo andati a Ao Manao,una graziosa insenatura di sabbia bianca, tranquilla, poco turistica con il mare limpido, rilassandoci all'ombra delle palme da cocco. Va detto che per raggiungere la baia si passa all'interno di una base aeronautica militare thailandese, quindi bisogna registrarsi all'entrata della stessa. In questa cittadina siamo stati molto bene, tranquilla ed accogliente.
Viaggiando per 5 ore circa in treno siamo arrivati a Surat Thani, dove abbiamo trascorso una notte, il giorno seguente in pullman abbiamo raggiunto Don Sak e da qui abbiamo preso il traghetto diretto verso l'isola di Koh Samui.
L'isola è super turistica, affollata, piena di ristoranti, bar, centro massaggi e locali a luci rosse, a parte questo il mare è bello, si sta bene in spiaggia, noi abbiamo trovato una sistemazione a Lamai Beach,
meno frequentata dai turisti rispetto a Chaweng Beach. Per spostarsi facilmente ed in autonomia, anche qui abbiamo affittato lo scooter e abbiamo fatto un giro turistico dell'isola,
iniziando da le due celebri formazioni rocciose di Hin Ta e Hin Yai, chiamate anche “roccia del Nonno e della Nonna”, che ricordano, nelle forme, il sesso maschile e quello femminile. Proseguendo ci siamo fermati al Wat Racha Thammaram, facile notarlo dalla strada per il suo colore, un tempio di argilla rossa, che spicca decisamente sui colori circostanti, decorato con disegni e statue in bassorilievo.
Continuando il giro, a poca distanza si trova il Guan Yu Monument,
una statua coloratissima di questo guerriero cinese con sul retro un piccolo tempio. Proseguendo il percorso siamo andati al villaggio dei pescatori di Hua Thanon, che rispecchia come era l'isola prima di diventare una meta turistica.
Da qui siamo ripartiti alla volta della Pagoda Laem Sor, poi relax in spiaggia, godendoci il mare cristallino
e poi di nuovo via pronti per la tappa successiva il Wat Khunaram,
famoso per qualcosa di insolito, al suo interno è custodito il corpo del monaco Luong Pordaeng mummificato, morto nel 1973 mentre meditava. Continuando il giro dell'isola, a Bophut Beach, siamo giunti al Wat Phra Yai, è impossibile non notare un’immensa statua d’oro di Buddha che domina il mare,
il tempio costituisce una delle principali attrazioni turistiche dell' isola e non solo, diventando un luogo di pellegrinaggio. A poca distanza si trova il Wat Plai Laem,
il complesso è formato da più templi dedicati a diverse divinità . Quello che colpisce di più sono i colori vivacissimi di queste enormi statue che sorgono sulle acque di un laghetto
pieno zeppo di pesci gatto, collegate alla terraferma con dei pontili. L'aria mistico religiosa che si sente quando si entra nei luoghi di culto, io non l'ho percepita, perchè mi sembrava di essere in un parco divertimenti, con tutto il rispetto per il luogo. Abbiamo concluso il giro dell'isola fermandoci a Chaweng Beach, molto turistica e caotica, su quest'isola ci siamo fermati qualche giorno, mare e riposo.
Tornando sulla terraferma, ci siamo recati a Phuket, la più grande isola della Thailandia e la principale destinazione balneare, collegata alla terraferma dal Ponte Sarasin. Ci siamo fermati a Patong Beach, la principale località turistica dell’isola, con mare blu e sabbia bianca .Cuore della città è la famosa Bangla Road,
una via pedonale, centro della vita notturna. Non mi dilungo molto su questo luogo, poiché non rispecchia affatto i miei parametri di viaggiatrice, ma ci sono voluta andare, per capire per quale motivo vi si recano in tanti....ed ho capito!
Una città molto bella, tranquilla e poco turistica è Chumphon, si trova nell' istmo di Kra, la stretta lingua di terra che collega la penisola malese con l’Asia continentale. La città è molto carina, gli abitanti sono molto disponibili e cordiali. Con il songthaew giallo, che parte vicino al mercato,siamo andati a Thung Wua Laen Beach, a 12 km. dalla città.
Delimita una baia con montagne coperte di foreste come sfondo, la spiaggia bianca e selvaggia, mare verde-blu, zero turisti occidentali, solo alcuni thailandesi, ci voleva per riprenderci dalla tappa precedente. In treno abbiamo raggiunto la città di Cha-am,
è una destinazione popolare per le famiglie e gli studenti di Bangkok e non solo, anche qui ci sono molti uomini occidentali accompagnati da giovani donne thailandesi. Durante il nostro soggiorno in questa città, si festeggiava il Songkran, una festa religiosa che segna l’inizio dell’anno buddhista ma ve ne parlerò in seguito. Tutti indossano maglietta o camicia a fiori,an che noi abbiamo provveduto a comprarle.
In treno siamo tornati a Bangkok, città dove il nostro viaggio è iniziato e dove fra pochi giorni terminerà. Prima di recarci al quartiere cinese, ci siamo fermati al Wat Tramit, già visito nei primi giorni del nostro viaggio, ma ci siamo fermati per assistere alla festa del Songkran, la festa religiosa che segna l’inizio dell’anno buddhista, i fedeli pregano, portano offerte di cibo ai monaci e lavano le immagini del Buddha, usando esclusivamente acqua profumata, vengono creati anche piccoli chedi di sabbia.
Tutti rituali propiziatori per la buona sorte e per la prosperità del nuovo anno che sta per cominciare. Abbiamo visitato il quartiere cinese, frenetico e affollato,molto interessante. Ci sono molti templi da visitare, il Wat Mangkon Kamalawat, vale la visita per la sua atmosfera particolare, forse legata alle tre religioni venerate in questo santuario: il taosimo, il confucianesimo e il buddismo.
Abbiamo visitato anche il Wat Kanmatuyaram, piccolo ed interessante, risalente al 1864. A poca distanza da questo quartiere, si trova il quartiere indiano, piccolo ma anche esso molto vivo. Dietro al famoso mercato Phahurat, dove vendono tantissimi prodotti, tra cui grande quantità di stoffe colorate, si trova il luogo di culto più importante per la comunità sikh: il Tempio Gurudwara Sri Guru Singh Sabha,
si erge su sette piani ed è considerato il secondo per grandezza tra i templi sikh fuori dall’India. Alcuni fedeli ci hanno invitato ad entrare dicendoci che al terzo piano c'era in corso un banchetto e che noi saremmo stati loro ospiti. Ci siamo tolti le scarpe, coperto la testa, io con un foulard, Giovanni con la loro bandana arancione e siamo saliti. Il responsabile del banchetto, ci ha fatto accomodare, ci siamo messi in fila per servirci al buffet; davanti ai nostri occhi tante pietanze indiane molto invitanti. Ci siamo accomodati in terra, tra tutti i partecipanti, le donne erano molto belle con i loro sari coloratissimi. Dopo il pasto siamo andati nella sala principale dedicata alla preghiera, in cui è custodito ed esposto il Guru Granth Sahib, ovvero il testo sacro della religione sikh ed abbiamo assisto alla cerimonia. Dopo questa bellissima esperienza ci siamo recati al Pak Khlong Talat, il più grande mercato di fiori della città ed uno dei più antichi.
Qui ogni giorno si vendono infinite varietà di fiori freschi, tra cui gelsomini, orchidee, rose, gigli e tante altre specie. I fiori rappresentano una parte fondamentale della cultura thailandese: vengono donati come offerta nei templi, sono utilizzati nelle cerimonie religiose, nei matrimoni, si vedono su qualsiasi mezzo di trasporto, vengono usati come ornamento e come portafortuna.
Un luogo molto interessante sempre qui a Bangkok è il Sacrario di Erawan, fu eretto nella metà dei primi anni 50 per onorare la divinità indù Brahma, dopo che il governo thailandese decise di costruire un hotel di lusso (l’Erawan Hotel) proprio in questo luogo.
Ci furono tanti incidenti durante la costruzione dell' hotel al punto che i lavoratori si rifiutavano di proseguire i lavori, convinti di aver disturbato chissà quale spirito che dimorava lì. Dopo varie consultazioni con gli astrologi, la costruzione di un santuario in onore di Brahma sembrò la soluzione migliore ed infatti l’hotel fu terminato. E' un santuario che attrae molti pellegrini, che si accalcano con le loro offerte di fiori o incenso e con una piccola offerta danzatori tradizionali si esibiscono per invocare benedizioni e ringraziamento per una buona sorte.
Ci siamo riservati come tappa finale il Chatuchak Market, il più grande mercato della Thailandia, che si svolge nel weekend. Ogni sabato e domenica migliaia di residenti e turisti giungono a Chatuchak Market per fare affari in una delle tante bancarelle, circa 15.000, che vendono una vasta gamma di prodotti, tra cui articoli per la casa, abbigliamento, artigianato tailandese, manufatti religiosi, oggetti da collezione, alimenti e animali vivi. Oltre a goderci l'atmosfera e fare acquisti, abbiamo partecipato al Songran,
che non è soltanto una ricorrenza spirituale, è una festa di gioia. Si getta acqua sui passanti, in segno di rinnovamento, una vera e propria guerra di gavettoni e secchiate d’acqua che però non può dare fastidio più di tanto considerando le temperature del periodo.
Qui termina il nostro viaggio zaino in spalla, durato tre mesi, tra un popolo molto cordiale, disponibile, tranquillo ( in tutto il nostro soggiorno, non abbiamo visto nessuno litigare e tanto meno alzare la voce), con i loro usi e costumi che abbiamo conosciuto, ve ne parlo solo di alcuni e poi lascio a voi la curiosità di scoprirne altre, visitando questa terra meravigliosa.
L’inno nazionale viene trasmesso dalle radio e dalla televisione tutti i giorni alle 8:00 e alle 18:00, nelle città e nei villaggi viene diffuso attraverso gli altoparlanti collocati nelle strade, uffici, stazioni, diciamo ovunque. I thailandesi si fermano, mentre ascoltano l’inno, interrompendo qualsiasi cosa stiano facendo e si aspettano che i turisti facciano lo stesso.
Il Re Bhumibol Adulyadej, è stato il monarca regnante più longevo del mondo, morto il 13 ottobre 2016, era molto amato dalla popolazione, le sue foto si trovano, per strada, nelle abitazioni, negli alberghi, nei negozi, ovunque. Mai mancare di rispetto per la monarchia; alla famiglia reale, al Re ed ai suoi simboli è dovuto il massimo rispetto. Tenete presente che sono previste pene molto severe per chi non rispetta il re!
Quando si incontra o si saluta qualcuno, gli uomini dicono Sawatdee-krap, mentre le donne dicono Sawatdee-kah. I Thailandesi non usano stringere la mano quando conoscono qualcuno, come noi italiani, ma adottano lo stesso gesto che si fa quando si prega:si giungono le mani, palmo contro palmo e si china leggermente il capo verso il basso. La posizione delle mani cambia leggermente a seconda dello status sociale della persona che abbiamo di fronte; solitamente le mani vengono giunte all’altezza del petto.
La Thailandia è chiamata la “Terra dei Sorrisi” e qui il sorriso serve ad esprimere diverse emozioni: è un modo per dire grazie o scusa, per salutare qualcuno. Il sorriso riflette lo stile di vita rilassato del popolo thai e il suo desiderio di vivere in totale serenità. Rispondete sempre ad un sorriso e cercate di mantenere questa positività anche al rientro in Italia!
Un’abitudine bellissima è quella di togliersi le scarpe prima di entrare in un tempio o di varcare la soglia di casa di un tailandese, consente un rapporto più intimo con il luogo in cui ci si trova ed è segno di rispetto. È un’usanza che può essere estesa anche a musei ed edifici pubblici dove sarà indicato eventualmente da un cartello all’ingresso.