GIAPPONE
Il nostro viaggio in Giappone al tempo del Covid-19, ebbene si, siamo partiti da Roma il 20 febbraio 2020, quando la Cina era nel pieno della pandemia e in Giappone era presente qualche caso. Tutti ci dicevano, dove andate, voi siete matti, ma noi convinti siamo partiti, senza sapere quello che purtroppo sarebbe successo dopo qualche giorno in Italia e nel resto del mondo. Di questo ora ne siamo a conoscenza tutti, torniamo al nostro viaggio, partiti da Fiumicino con scalo a Mosca
siamo arrivati all'aeroporto Internazionale di Narita a Tokyo. Dopo aver espletato tutte le pratiche burocratiche in aeroporto, siamo andati a comprare la carta Suica, una prepagata utilizzata sulla maggior parte dei trasporti pubblici giapponesi. Lasciato l'aeroporto, viaggiando per un tratto in treno e poi in metro, siamo arrivati nel quartiere di Arakawa, dove era collocata la guest house da noi prenotata.
E' inutile dire che già dalle prime ore trascorse qui, ci siamo subito resi conto della straordinaria organizzazione su tutti i fronti, dai trasporti pubblici agli uffici turistici, della pulizia della città e della disciplina del popolo.
TOKYO
Dalla guest house a piedi ci siamo recati nel quartiere di Yansen, che non è il nome di un singolo quartiere, ma una parola che sta ad indicare tre diverse zone confinanti le une con le altre, Yanaka, Nezu e Sendagi. Una bellissima passeggiata lungo le stradine scoprendo i numerosi templi e santuari, le antiche case in legno, i negozi di artigiani locali. A Yanaka Ginza, si concentrano circa 70 negozietti a conduzione familiare che vendono un po' di tutto e in particolare prodotti di artigianato, alimentari e snack da gustare. Qui si trova anche il Yanaka Reien un antico cimitero, che ospita tombe di artisti e attori famosi, in un'atmosfera surreale, silenziosa, anche se può sembrare lugubre è un luogo da visitare.
Un tempio molto interessante è il Enju-ji, qui si venera Nichika-sama, il dio dei corridori e continuando si trova il santuario Nezu-jinja, uno dei più antichi santuari del Giappone, ma anche il più bello del quartiere. Appena sopra c'è un piccolo sentiero con tori (tradizionale portale d'accesso che porta ad un jinja (santuario shintoista) o ad un'area sacra), questa parte del tempio, fiancheggiata da statue di volpe, è chiamata Otame Inari-jinja, in tutta quest'area si respira un atmosfera di pace e serenità. Continuando a piedi siamo arrivati nel bellissimo parco di Ueno, un luogo molto frequentato dai giapponesi, non mancano banchetti dove vengono preparati piatti tipici, noi per iniziare abbiamo mangiato un piatto di soba con verdure e una succulenta tempura appena fatta. Durante il pasto ci siamo guardati intorno eravamo molto incuriositi e allo stesso tempo ci sembrava di sognare! Ma noi eravamo qui per visitare, allora via! Nel parco a pochi passi dal giardino delle peonie e lo zoo, si trova il Ueno Toshogu Shrime, introdotto da un viale con una lunga fila di lanterne in pietra, ha una bella porta dorata
e dal viale si vede bene anche la Pagoda del santuario.
La Tokyo Sky Tree,
una torre per telecomunicazioni, considerata la più alta al mondo ( 634 metri), ma anche panoramica, da qui si possono fare delle bellissime foto della città e proprio qui abbiamo fotografato il nostro primo ciliegio in fiore. Al suo interno ci sono molti negozi, abbiamo trascorso tantissimo tempo in quello che vendeva vari articoli di personaggi di cartoni animati, che bello, qui dentro siamo tornati bambini!
Continuando la nostra passeggiata, abbiamo raggiunto il Senso-ji un complesso templare buddhista situato nel quartiere Asakusa.
Per accedere al tempio occorre superare il mastodontico portale di Kaminari-mon caratterizzato dalla presenza di una grande lanterna di carta centrale, simbolo di prosperità e protezione dalle calamità naturali; il portale accoglie le due statue laterali delle divinità Fujin (dio del vento) e Raijin (dio del tuono).Superato l’ingresso, ci si immerge nella famosa Nakamise-dori,
una via lunga 230 metri dove su entrambi i lati si trovano negozietti che vendono prodotti tipici giapponesi, dai classici souvenir, ai dolci tradizionali, il profumo di quest'ultimi ha catturato subito la nostra attenzione, qui abbiamo mangiato il nostro primo melonpan, che ci ha accompagnato per tutto il nostro viaggio in Giappone, nelle sue numerose varianti.
Proseguendo si arriva alla porta Hōzōmon, che rappresenta il vero ingresso al Senso-ji. Anche qui è presente una grande lanterna in carta simile alla precedente.
Sulla sinistra, invece, è possibile ammirare la pagoda a cinque piani Gojiu-no- To, una delle poche presenti a Tokyo, bella e maestosa.
Di fronte alla porta, invece, si erge il padiglione principale del complesso, al cui interno è custodita la statua di Kannon, a cui è dedicato il tempio. Secondo la leggenda, nel 600, due pescatori trovarono la statua di Kannon nel fiume Sumida, valutata la sacralità della scoperta, il capo del villaggio di Asakusa decise di custodire la statua in un tempio dove tutti avessero la possibilità di venerarla. Di sera le strutture vengono illuminate e tutto diventa ancora più affascinante, sopratutto per scattare bellissime foto in notturna.
La linea metropolitana di Tokyo è composto di 13 linee, 274 stazioni, una valida alternativa alla metropolitana è l’utilizzo delle linee urbane della JR come la Yamanote line o la Chuo/Sobu line, in poche parole nella città ci si muove facilmente raggiungendo qualsiasi luogo d'interesse! Ma c'è un'altra linea la Yurikamome,
un treno che viaggia su una monorotaia automatica senza conducente che collega la stazione di Shimbashi, fino al Rainbow Bridge, il lungo ponte che collega la terraferma fino all’isola di Odaiba.
A poca distanza, su di una piattaforma galleggiante, c'è un monumento raffigurante i cinque cerchi simbolo delle olimpiadi, che si svolgeranno tra qualche mese a Tokyo, purtroppo annullate in seguito, motivo Covid-19.
Sull'isola ci sono molto luoghi da visitare, abbiano iniziato dal Odaiba Kaihnin-koen, un bellissimo parco, dove abbiamo passeggiato percorrendo viali fiancheggiati da alberi di ciliegio in fiore, godendoci il panorama dalle passerelle sopraelevate, fino ad arrivare alla spiaggia artificiale, dove si erge un riproduzione della Statua della Libertà. Un'attrattiva che ti fa tornare bambino è la statua di Gundam,
uno dei robot più conosciuti e amato dai fan. Ritrovarsela di fronte, o meglio, ritrovarsi ai suoi piedi è un qualcosa che lascia sicuramente di stucco; la statua è alta quasi 20 metri ed è interamente costruita in metallo, curata nei minimi dettagli, ed è oramai diventata il simbolo di Odaiba, in serata si illumina e si muove. Sull'isola ci sono centri commerciali, la sede della Fuji Tv, una ruota panoramica, insomma non ci si annoia. Tornati in città siamo andati al Naritasan Fukagawa Fudōdō,
un tempio appartenente alla scuola di buddhismo esoterico Shingon, molto attivo. Qui abbiamo assistito al rituale del fuoco detto goma(proibito fotografare), i monaci cantano i sutra e suonano enormi tamburi e da un fuoco sull'altare si alzano alte fiamme come offerta alle divinità. Al termine della cerimonia, quando la fiamma si sta spegnendo, la gente si mette in fila per fa passare le borse o altri oggetti personali per benedirli. L'emozione che abbiamo provato è indescrivibile. Le cose che hanno reso Shibuya famosa in tutto il mondo sono due: l’incrocio
e la statua di Hachiko.
Ma Shibuya non è solo questo, è il quartiere di Tokyo, insieme a Shinjuku, più frequentato dai giovani di giorno per fare shopping nei molti negozi alla moda e centri commerciali, e di sera per i locali di tutti i tipi e per la vita notturna. Oltre a visitare questi immensi centri commerciali, siamo entrati a curiosare in una sala pachinko,
una sala giochi giapponese, grandissima con tante macchine tipo flipper in fila, un rumore fortissimo, ogni macchina produce suoni come un videogioco ma oltre a questo, il rumore più forte lo fanno le biglie d’acciaio che sono la componente principale di questo gioco. La domanda che nasce spontanea è:” Come fanno i giapponesi a trascorre tante ore tra questo rumore assordante?” Il Meiji-jingu
è senza dubbio uno dei santuari più simbolici di Tokyo, situato nel parco di Yoyogi, a Shibuya,ci si accede, attraversando il bosco circostante e passando sotto il magnifico portale in cipresso, il tori, che sorge all'entrata. Al suo interno il primo oggetto che ha attirato la nostra attenzione è stato il kazaridaru,"barile decorativo",
queste botti sono vuote, non contengono saké , ma questo non le rende meno preziose, perché sebbene vuote, hanno un alto contenuto spirituale. Bisogna prima di tutto ricordare che in Giappone il saké è sempre stato un mezzo per unire gli dei alle persone comuni. Il santuario è circondato da magnifici giardini, Meiji-jingu Gyoen, dove si possono fare delle bellissime passeggiate. Ma a poca distanza si trova il parco Yoyogi, un luogo caratteristico che offre innumerevoli sentieri, piste ciclabili, stagni, prati per rilassarsi all'ombra di ciliegi in fiore, un luogo molto frequentato dai giapponesi e molti di loro scelgono questo parco per farsi le foto con abiti tradizionali.
I giardini e il Palazzo Imperiale di Tokyo sono uno delle attrazioni più visitate della città, si trova sull’ex sito del Castello di Edo,
in un grande parco circondato da fossati e massicce mura di pietra. Dalla piazza, di fronte al Palazzo Imperiale si può vedere il ponte di pietra, che si chiama Megane-bashi (ponte degli occhiali), purtroppo l’interno del palazzo non è aperto al pubblico.
A pochissima distanza si trova la stazione di Tokyo, anch'essa merita una visita, in questi giorni c'è un orologio che fa il countdown dei giorni e ore mancanti per lo svolgimento delle olimpiadi.
Il famoso mercato del pesce all’ingrosso di Tsukiji fu inaugurato nel 1935 e, fino al 2018, fu il più famoso del mondo nel suo genere.
Oltre al pesce, nella zona circostante c’è un grande mercato di verdura e prodotti alimentari vari, dalle specialità essiccate al pane. Oggi, il mercato interno del pesce si trova nella nuova sede di Toyosu, ma il mercato esterno è ancora in piena attività mantenendo tutta la sua vivacità. Noi siamo arrivati la mattina presto e abbiamo fatto una gustosa colazione a base di sushi e uno spuntino con lo spiedino con la classica frittata, tamagoyaki.
Adiacente al mercato si trova il Namiyoke- jinja, un piccolo santuario shintoista, all'entrata enormi maschere da leone conducono al suo interno, qui vengono a pregare i residenti del quartieri e i lavoratori del mercato.
A poca distanza dal mercato si trova il Tsukiji Hongan-ji, tempio buddhista, costruito in uno stile indiano classico, meta di pellegrinaggio, al suo interno si trovano le reliquie del principe Shotoku, di Shinran Shonin e di Shonyo Shonin,
il monaco che per primo si impegnò nella diffusione degli insegnamenti del Buddismo Jodo Shinshu. Non poteva mancare una passeggiata nel quartiere di Ginza, famosa per i grandi magazzini e le boutique di alta moda, siamo rimasti affascinati dall'atmosfera e dalla cura dei dettagli, lussuosa e raffinata dei centri commerciali.
Tokyo è un' affascinante capitale, una delle metropoli più grandi al mondo, in cui passato e futuro si fondono armoniosamente, tra grattacieli e antiche tradizioni, come la cerimonia di fioritura dei ciliegi, qui nascono le ultime tendenze di moda e le tecnologie più innovative. Densamente abitata, ma tutto scorre alla perfezione, dal traffico ai servizi pubblici, per non parlare dell'attenzione all'ambiente, ma soprattutto dell'educazione degli abitanti, che, con il loro inchino, ti dimostrano il loro rispetto.
KAMAKURA
Nella prefettura di Kanangawa, a circa 60 km da Tokyo, si trova la città di Kamakura, collegata da varie linee ferroviarie, noi abbiamo preso un treno locale, impiegando circa un'ora di viaggio. È una destinazione da tenere fortemente in considerazione se si è appassionati di storia e cultura giapponese, è stata per un secolo capitale del Giappone e ha molti templi e santuari da visitare. Uno dei simboli della città di Kamakura è la statua del Daibutsu,che significa Grande Buddha in giapponese,
raffigura Amida Buddha,una delle più famose icone del Giappone,sorge all’interno del tempio Kotoku-in. La statua è alta 13,35 metri, il suo peso complessivo è di circa 93 tonnellate ed è stata costruita interamente in bronzo e rame, oltre ad essere ammirata e contemplata dall’esterno, è possibile accedere al suo interno al costo di 20 JPY.
A Kamakura ci sono molti templi da visitare, per esempio il Engaku-ji, che è uno dei principali templi buddhisti Zen, si innalza su una collina boscosa, comprende 18 edifici. Gli elementi più significativi sono il Sanmon, l'ingresso principale a due piani,il Butsuden, la sala principale, dedicato a Hokan Shaka Nyorai, qui c'è una bellissima statua che lo rappresenta ed è l'oggetto principale di culto. In cima alla lunga scalinata, c'è l'Ogane,
la grande campana del tempio, riconosciuta come tesoro nazionale e accanto si trova il Benten-do, una costruzione sacra intitolata alla Dea della Fortuna interamente realizzata in legno. Dall'alto il panorama è bello, ma le nostre orecchie sono state rapite dalla melodia che emettevano gli ema. mosse dal vento. Gli ema sono tavolette di legno sulle quali i credenti shintoisti scrivono le loro preghiere, desideri o ringraziamenti, per poi appenderle in appositi spazi, dove i kami (spiriti o dei), possono leggerli. Questa musica ha reso ancora più suggestiva l'atmosfera che si percepiva da lassù.
Il Jochi-ji, ha una bella scalinata che conduce alla porta del tempio, si trova nella parte iniziale del percorso di trekking Daibutsu Trail, un circuito molto popolare tra i turisti che visitano la città e che conduce al Grande Buddha, purtroppo interrotto in questo periodo, devastata in parte dal terremoto.
Cuore del complesso è la Sala Dongeden, nella quale è custodito il principale oggetto di culto del tempio, ossia la Trinità Buddista composta dalle tre figure di Amida Buddha, Shaka Buddha e Miroku Buddha. Essi rappresentano rispettivamente il passato, il presente e il futuro. Abbiamo fatto una passeggiata nei giardini del tempio, seguendo il percorso circolare che passa attraverso prati fioriti, boschetti di bambù e un vecchio cimitero buddhista.
Il Kencho-ji è il monastero zen più antico del Giappone,
il primo grande edificio visitabile è la sala del Buddha, in cui è racchiusa una statua di Jizo, il bodhisattva protettore dei defunti e dei viaggiatori. Segue un enorme sala conferenze, la Hatto, al cui interno, sul soffitto, è presente un enorme dipinto raffigurante un drago tra le nuvole. L’ultimo edificio in sequenza è la sala principale del tempio, la Hojo, famosa più che altro perché sul suo retro è presente uno dei giardini Zen più belli e antichi dell’intero Giappone.
Il santuario shintoista Tsurugaoka Hachimangu
è il più grande e il più importante di Kamakura, fondato da Minamoto Yoriyoshi nel 1063, dedicato ad Hachiman, il dio protettore della famiglia Minamoto e del samurai in generale. La particolarità del santuario è proprio la strada che conduce ad esso, poiché è anche il viale principale della città. Si estende su un’area molto vasta, occupata da vari edifici in armonia con il meraviglioso paesaggio, ci sono tre ponti in legno che attraversano il piccolo corso d’acqua davanti all’ingresso.
Varcando il cancello di ingresso, si accede una vasta area verde con due laghetti, realizzati dal fondatore con l’intento di rappresentare due famiglie rivali: uno simboleggiava la sconfitta del clan Taira e l’altro la vittoria del clan Minamoto Kenchō-ji. Proseguendo lungo il vialetto di accesso, si arriva alla sala principale Hongu-o-Jogu, dove si può visitare il museo del santuario ricco di tesori come spade, maschere e pergamene antiche. Qui si trova anche una scalinata che porta a una bella terrazza panoramica che consente di avere uno sguardo completo sul sito. Nascosto tra la fitta vegetazione, si trova il piccolo santuario di Sasuke Inari, la collina su cui è collocato è ricca di meraviglie naturali. Giungendo in questo luogo sacro, il silenzio e la presenza del muschio che copre quasi interamente alcune costruzioni, rendono l’atmosfera alquanto suggestiva. L’edificio principale del santuario, si raggiunge percorrendo una ripida scalinata, qui si possono ammirare le numerose statue di volpi messaggere del dio Inari.
Il Tempio Hasedera ospita al suo interno la statua a undici teste di Kannon, la dea della misericordia, la statua in legno dorato alta 9,18 metri è considerata una delle più grandi sculture in legno del Giappone (peccato che non si può fotografare). Il tempio è costruito lungo il pendio di una collina boscosa, gli edifici principali del tempio si trovano a metà del pendio su una terrazza che offre una spettacolare vista sulla baia di Kamakura. Lungo le scale che portano al pendio si trova la Jizo-do Hall con centinaia di piccole statue del Jizo Bodhisattva che aiutano le anime dei bambini deceduti a raggiungere il paradiso.
Superato il cancello d'ingresso, ci si trova dinnanzi ad un piccolo laghetto circondato da un bellissimo giardino, alla destra del laghetto si trova un piccolo santuario dedicato alla dea Benzaiten e l’ingresso alla grotta di Benten-kutsu, percorrendo il lungo tunnel ed abbassandosi ogni tanto, poiché il soffitto è basso, si possono ammirare varie statue ad essa dedicate.
Percorrendo la strada che conduce alla collina, nascosto tra alte pareti rocciose e vegetazione, un tori in cemento indica l'entrata al tempio shintoista Zeniarai Benzaiten. Camminando lungo il tunnel scavato nella roccia, si arriva al santuario composto da vari edifici, ma il simbolo di questo tempio è la grotta nella quale sgorga la fonte d’acqua usata per il lavaggio del denaro, rito molto praticato dai giapponesi. La leggenda narra che bagnando monete e banconote con quest'acqua, possa moltiplicarsi in futuro, sarà vero?
KAWAGUCHIKO-MONTE FUJI
Abbiamo raggiunto la regione dei cinque laghi, tornando a Tokyo e da qui in circa due ore di viaggio in bus abbiamo raggiunto la guest-house, che si trova a Kawaguchiko, la destinazione ideale dove fermarsi per esplorare questa regione. Al nostro arrivo tra le nuvole è apparso il Monte Fuji,
che abbiamo avuto il piacere di vedere molto bene nei giorni successivi, ve ne parlerò in seguito. Prendendo l'autobus in città ci siamo recati a Fuji- Yoshida, qui sorsero le prime locande per i pellegrini intenzionati a scalare la montagna, ma non era il nostro caso, noi ci siamo andati per visitare il santuario shintoista Fuji Sengen-Jinja. Qui sembra tutto magico, poiché il santuario è immerso nella foresta, lungo la strada principale che conduce all'imponente cancello d'entrata ci sono antiche lanterne di pietra e davanti al santuario ci sono maestosi alberi secolari, tra questi cryptomerie millenarie.
Bellissimo anche se la temperatura freschina si fa sentire! Abbiamo fatto anche un giro veloce al Togawa-ke Oshi-no-ie, una locanda, oggi restaurata, che ospitava i viaggiatori del periodo in cui scalare il Monte Fuji era un pellegrinaggio e non una meta turistica.
La regione dei cinque laghi si trova alla base nord del Monte Fuji. I cinque laghi sono: Kawaguchi, Saiko, Shoji, Motosu e Yamanaka, raggiungibili in bus turistico, il pass di 2 giorni per le tre linee (verde, rossa, blu) costa 1500 Yen. Noi abbiamo fatto una bellissima passeggiata intorno al lago Kawaguchi, da qui si può ammirare il Monte Fuji, anche se talvolta capita che la cima innevata sia nascosta dalle nuvole. Il Monte Fuji
è un vulcano considerato al pari di una divinità, ed è tra le mete più affascinanti da visitare in un viaggio in Giappone, con i suoi 3776 metri d’altitudine è la vetta più alta del paese e una delle tre montagne sacre agli shintoisti, che vi ritengono doveroso un pellegrinaggio almeno una volta nella vita. Un’altra imperdibile tappa è la Chureito Pagoda,
una pagoda di cinque piani sul fianco della montagna che domina la città di Fujiyoshida, fa parte del Santuario Sengen Arakura, uno dei numerosi santuari dedicati al Monte Fuji. La pagoda si raggiunge percorrendo una scalinata di 400 gradini che parte nei pressi degli edifici del santuario e da qui ci siamo goduti un panorama tra i più belli e famosi del monte Fuji, realizzando meravigliosi scatti.
KYOTO
Antica capitale del Giappone, è una meta in cui riscoprire il fascino giapponese più tradizionale, fatto di case basse e stradine strette, tra gli antichi quartieri delle geisha e gli innumerevoli templi buddhisti, una tappa imperdibile. I quartieri più conosciuti e amati di Kyoto sono Gion e Pontocho celebri quartieri delle gheisha, maiko e dei divertimenti. Passeggiare in questi quartieri è come tornare indietro nel tempo, le strade hanno conservato l’aspetto di una volta: tutti gli edifici sono ancora interamente in legno, con finestre rivestite in carta di riso e porte scorrevoli.
Come ho già anticipato a Kyoto ci sono molti templi e luoghi d'interesse da visitare. Noi avendo tempo ne abbiamo visitato parecchi, di alcuni mi limiterò soltanto a menzionarli, ma questo non vuol dire che siano meno interessanti rispetto a quelli che vanno assolutamente visti.
Abbiamo visitato il Tempio Kennin-ji, il Santuario Yasaka, il Tempio Chōrakuji, il Tempio Otani Sobyo, il Tempio Chion-in, il Tempio Shoren-in, il Tempio Nanzen-ji, il Tempio Eikan-do, il Tempio Ginkaku-ji, il Tempio Hōnen-in, il Tempio Otani Homby, il Tempio Higashi Hongan-ji, il Tempio Nishi Hogan -ji, il Tempio Go'o, il Tempio Tenryu-ji, il Nishiki Market, la Stazione di Kyoto, il Parco Maruyama
Da non perdere
Il Santuario di Fushimi Inari-taisha è il più importante dei santuari dedicati al Kami Inari, la divinità del riso e della fertilità, uno dei luoghi sacri e più celebri di Kyoto. Il famoso sentiero costeggiato da centinaia di torii rossi, che si inoltra lungo la montagna per circa 4 km, è una delle immagini da cartolina più famose della città. Il complesso è costituito da cinque santuari e si estendo lungo i fianchi dell'Inari Yama, all'interno di un bosco. Una meraviglia!
Il Kiyomizudera è uno dei templi buddhisti più belli ed emozionanti di tutto il Giappone.
E' famoso per la sua terrazza in legno alta 13 metri, la vista sulla città che si ha dalla terrazza è formidabile ed è uno dei punti da non perdersi assolutamente, anche in presenza di tantissime persone! Alla base del tempio, si trova la cascata Otowa suddivisa in tre torrenti, ognuno dei quali si pensa abbia particolari "proprietà terapeutiche": longevità, salute e saggezza.
La Pagoda Yasaka-no-to conosciuta anche come Tempio Hōkan-ji, è di sicura la più fotografata a Kyoto. Con i suoi 5 piani si scorge in tutta la sua maestosità lungo il viale Ninenzaka, che si sviluppa in leggera discesa con qualche curva, offrendo la cornice ideale per fermarsi a scattare bellissime foto.
Il Palazzo Imperiale di Kyoto era la residenza della famiglia imperiale giapponese fino al 1868, quando l’imperatore e la capitale furono trasferiti da Kyoto a Tokyo. Sorge in un bellissimo parco nel centro della città che comprende anche il Palazzo Imperiale Sento. Il parco lungo 1300 metri e largo 700 metri funge anche da spazio ricreativo sia per i turisti che per i residenti, con attraenti percorsi di ghiaia, prati e alberi. Un grazioso gruppo di ciliegi piangenti si trova accanto allo stagno Konoe in fiore da fine marzo a metà aprile, bellissimo!
Il Castello di Nijo è il miglior esempio di architettura feudale del Giappone, l'intera struttura è ampia circa 275.000 mq ed è completamente circondata da un fossato e da alte mure a protezione dell’intera area, purtroppo in questi gironi è chiuso al pubblico causa Covid-19.
Il Kinkaku-ji è detto anche Padiglione d'oro è un tempio zen, molto famoso, ricoperto quasi interamente di fogli d'oro, si affaccia su un grande stagno che ne riflette il suo splendore e la sua luminosità. Fu costruito nel 1397, inizialmente come villa per lo shogun Ashikaga Yoshimitsu; solo in seguito alla sua morte fu convertito a tempio Zen. Andato a fuoco più volte (l'ultima nel 1950 quando fu incendiato da un monaco del tempio), la struttura attuale risale al 1955.
Il Ginkakuji è detto anche Padiglione d’argento, ma non è affatto di colore argento, è un tempio zen formato da un tempio principale, varie strutture secondarie. All'interno ci sono anche dei bellissimi giardini, uno di sabbia in puro stile zen, un magnifico giardino di muschio, che segue un circuito circolare che costeggia la collina, e dal quale si gode di una incantevole vista su tutto il complesso e sulla città.
A poca distanza dall’ingresso del tempio si può percorrere il famoso Sentiero del filosofo che prende il suo nome da Nishida Kitaro,uno dei più importanti filosofi giapponesi, che si dice praticasse ogni giorno meditazione lungo questa strada che lo conduceva all'università di Kyoto. Una bellissima passeggiata da fare tra gli alberi di ciliegio.
Il Tempio Ryoanji è un tempio zen, appartenente ad un ramo della scuola buddista Rinzai, famoso meta turistica molto frequentata principalmente per il suo giardino zen, formato da rocce, ghiaia e muschio, uno dei più rinomati e conosciuti in tutto il Giappone. La disposizione delle pietre è tale che da qualunque prospettiva le si osservi la visione di una di esse rimanga sempre nascosta. E' sicuramente un luogo tranquillo che induce pace e serenità.
La foresta di bambù di Sagano, conosciuta per lo più come foresta di bambù di Arashiyama, è uno dei luoghi più suggestivi, conosciuti e fotografati dell’intero Giappone. Le alte canne di bambù, poco distanti tra di loro e alte fino a 10 metri, la luce soffusa che filtra tra le piccole fessure della foresta ed il fruscio del vento che ondeggia tra le foglie ed i fusti, sono un’esperienza veramente indimenticabile, un momento di vero zen, nonostante la pioggia!!!
NARA
Situata sull’isola di Honshu e capoluogo dell’omonima prefettura, la città di Nara sorge circa 40 km a sud di Kyoto ed è considerata la culla dell’arte, della letteratura e della cultura giapponese. E’ tutt’ora la sede di alcuni dei più importanti tesori del Giappone, tra cui una delle statue di Buddha più grandi del sol levante e la struttura in legno (il tempio Todaiji) più grande del mondo. Da non dimenticare i sacri cervi che vivono liberi nel grande parco della città.
Il vasto Parco di Nara, risalente al 1880, ricchissimo di piccoli laghetti e sentieri per passeggiate, raccoglie al suo interno il Tempio Todai-ji, il Santuario Kasuga-Taisha ed il Museo Nazionale di Nara. La sua caratteristica molto popolare, è che al suo interno vivono circa 1200 cervi in stato semi-selvatico che girano liberi per l’intero parco,sono il simbolo della città.
Il Tempio Todai-ji ,è uno dei monumenti più importanti della città, è la dimora del Grande Buddha Daibutsu, una delle statue del Buddha più grandi del paese, alta circa 16 metri, ai suoi lati si posso ammirare le statue giganti di 2 Bodhisattva.
Il salone del Grande Buddha interamente in legno, contiene oltre alla gigantesca statua di bronzo, svariate decorazioni ed anche un pilastro con un foro che spesso i bambini piccoli si divertono ad attraversare accovacciandosi. La leggenda, infatti, dice che chi riesce in questa impresa riceverà l’illuminazione nella prossima reincarnazione, come ho già sottolineato i bambini, per gli adulti non è fattibile! All’esterno della sala principale, lungo il percorso che porta alla stessa, va ammirata l’enorme Porta Nandaimon, anch’essa di un certo impatto, totalmente in legno e custodita da due grandi statue Nio.
Nel cortile passeggiano tranquillamente tra i visitatori moltissimi cervi,che vengono considerati dei messaggeri divini.
Il Nigastu-do è un padiglione del Todaiji, si raggiunge percorrendo un sentiero che conduce su dei gradini acciottolati, fiancheggiati da antichi muri in pietra. Quando il sole tramonta e le lanterne sono accese,
la vista su Nara è magica! Ma va detto quello che rende veramente magico questo padiglione è l'Omizutori, una festa buddista giapponese,che dura dal primo marzo fino al 14.Ogni sera, poco dopo il tramonto, i monaci portano sulla terrazza delle enormi torce che misurano circa 8 metri e le muovono sospese sopra la folla che assiste sotto al padiglione. Il fuoco, dà vita ad una pioggia di zampilli e le persone cercano di farsi colpire dalle braci,poiché si ritiene che aiuti a tenere lontani gli spiriti maligni.
Allo scoccare della mezzanotte si può assistere al rituale presso il pozzo del tempio, undici monaci si riuniscono per estrarre l’acqua, ritenuta sacra ed in grado di purificare dai peccati. L’acqua viene poi utilizzata nella Cerimonia Dattan, tenuta nel padiglione Nigatsu-do e alla quale purtroppo non è possibile assistere. Un'esperienza magica e indimenticabile.
Il Kasuga Taisha, santuario shintoista, famoso per le sue circa 3000 lanterne in bronzo ed in pietra situate sia lungo i sentieri che portano all’ingresso del tempio principale sia appesi ai vari edifici che compongono l’intero santuario.
Il colore rosso vermiglio del santuario principale risalta con il verde degli alberi e del bosco che circonda la struttura. All’esterno, lungo il percorso principale, sono presenti 12 piccoli templi e tutt’intorno al bosco sono disposti altri templi secondari.
Il Tempio Kofukuji apparteneva alla famiglia Fujiwara e, nel pieno del suo splendore, era composto da più di 150 edifici. Oggi, purtroppo, rimangono solamente un paio di costruzioni di grande valore storico come la Gojū-no-tō,(la pagoda a 5 piani), il Sanjū-no-tō (la pagoda a 3 piani). Un’altra coppia di edifici interessanti sono le sale ottagonali, l’Hokuendō ed il Nanendō, purtroppo non sono aperti al pubblico, il giardino che circonda il tempio è molto rilassante ed anche qui si incontrano gli amichevoli cervi.
KOYASAN
Il Koyasan (o Monte Koya) è il centro principale del culto del Buddhismo Shingon, fondato da Kobo Daishi nel VIII secolo, ed una delle mete di pellegrinaggio più famose del Giappone. Per visitarlo ci siamo recati in treno a Katsuragi nella prefettura di Wakayama, qui abbiamo alloggiato in un Love Hotel,
un'esperienza da fare semplicemente per curiosità, poi visto che alcuni templi a Koyasan ospitano turisti stranieri a prezzi esorbitanti.
Beh il giorno seguente dopo aver trascorso la notte in un luogo profano,
ci siamo recati in treno nel luogo sacro frequentato da molti pellegrini. Arrivati a Gokurakubashi abbiamo preso la teleferica che, salendo lungo la montagna, è arrivata fino alla stazione di Koyasan
ed infine abbiamo preso uno degli autobus che collegano la stazione con il centro cittadino.
Il Daimon Gate è la principale e tradizionale porta d’ingresso del Koyasan, risalente al 1100. Il cancello è alto ben 25 metri, al centro sono presenti tre aperture che fungono da ingresso simbolico per la città sede del buddhismo shingon (fondata da Kobo Daishi), mentre ai suoi lati, all’interno della costruzione, sono posizionate le statue protettrici del Koyasan, due figure Vadrajhara chiamate Un-Gyo e A-Gyo.
Il Tempio Garan è un complesso composto da circa venti templi ed edifici vari, il principale sito religioso del Koyasan, edificato direttamente da Kobo Daishi. Le strutture principali sono la Konpon Daito Pagoda ad 1 piano,
di un intenso color rosso vermiglio, alta m.45, al suo interno è posizionata la statua del Buddha Cosmico. L'altra è la sala Kondo, un grande tempio in cui si tengono le cerimonie religiose più importanti,
qui è collocata l’immagine di Yakushi Nyorai, il Buddha della medicina.
Il Tempio Okunoin
è il luogo più mistico e sacro di tutto il Giappone, un posto indimenticabile che evoca appieno la spiritualità del buddhismo e porta alla luce leggende e miti giapponesi.Qui è situato il mausoleo di Kobo Daishi (il fondatore del Buddhismo Shingon ed una delle persone più venerate del Giappone) che si dice non sia mai morto, ma semplicemente sia in meditazione eterna in attesa dell’arrivo di Miroku Nyorai, il Buddha del futuro. L’ingresso in questo luogo sacro inizia davanti al ponte Ichinohashi e si estende per circa 2 km prima di arrivare alla Gokusho Offering Hall, dove sono poste una serie di statue raffiguranti il Bodhisattva Jizo, dove i pellegrini pregano per i propri cari defunti (con offerte e gettando acqua sulle statue).
Lungo tutto il percorso sono presenti circa 200.000 tra lapidi e sculture funerarie, alcune appartenenti a monaci di spicco, altre a signori feudali del passato.
Qui scorre un piccolo torrente che funge come da barriera naturale tra il cuore del complesso sacro e le zone più esterne.
Si procede oltrepassando un secondo ponte, il Ponte Gobyonohashi, per raggiungere gli edifici principali di Okunoin. Superato il ponte si entra nella zona più sacra e per rispetto è vietato mangiare e scattare fotografie. Superato il ponte ci si trova davanti una delle attrattive che più incuriosiscono i visitatori, ovvero la pietra Miroku, un sasso custodito in una gabbia,
che acquisisce un peso minore per le persone buone e maggiore per quelle cattive. La prassi è provare a spostare questa pietra dal suo ripiano più basso a quello più alto utilizzando una sola mano. Beh Giovanni ci è riuscito sotto lo sguardo incuriosito ed attonito dei pellegrini giapponesi presenti. Continuando a camminare si arriva alla sala Torodo, il padiglione delle lanterne, la sala principale del culto di Okunoin in cui sono custodite migliaia di lanterne, donate dai fedeli, e mantenute perennemente accese.
Si narra che alcune di queste lanterne siano accese da centinaia di anni. La sala si trova dinanzi al Mausoleo di Kobo Daishi, luogo dell’eterna meditazione del monaco, dove non è raro vedere i fedeli recitare dei sutra, lasciare delle offerte e pregare, dopodichè possono entrare in un altro padiglione e prepararsi un thè.
OSAKA
Una città vivace del Kansai, con una parte tradizionale, templi, musei e santuari e quella futuristica dei quartieri hi-tech e dei grattacieli moderni. La città è suddivisa in vari quartieri, noi ne abbiamo visitato una minima parte. Minami è, insieme a Umeda, uno dei centri più frequentati di Osaka, con un grande agglomerato di negozi e centri commerciali.
Il cuore pulsante della città è sicuramente Dotonbori, ovvero la strada che scorre parallela all’omonimo fiume sulla quale si affacciano ristoranti e stand di cibo da strada. L’Ebisu Bridge è il famoso ponte che attraversa il Dotonbori River, reso celebre dalle luccicanti insegne al neon che di notte si riflettono sulle acque dei canali.
Tra questi c’è il celeberrimo Glico Running Man, diventato ormai il simbolo della città.
Dal ponte parte la galleria commerciale più rinomata, ovvero Shinsaibashisuji Shopping Street.
A pochi passi si trova il quartiere Amerika-Mura, il quartiere americano della città, famoso molti anni fa come area commerciale di prodotti provenienti soprattutto dagli Stati Uniti ,oggi, invece, è il centro dove si concentrano negozi di moda, dedicati soprattutto ai teenagers, di musica, caffè, locali.
Parco e Castello di Osaka
Il Castello di Osaka è uno dei castelli più conosciuti del Giappone situato al centro del parco omonimo. La sua ubicazione fa si che sia sopraelevato rispetto al parco e all’intera città, intorno alla torre principale si possono ammirare varie costruzioni, torrette e cancelli. Il parco è uno dei più grandi della città con i suoi 100 ettari circa di estensione, molto frequentato nei periodi di festa e durante la fioritura dei ciliegi.
Ohatsu Tenjin Shrine
Questo tempio shintoista, nascosto tra i grattacieli di Umeda, risale a 1300 anni fa. Deve la sua fama alla storia d'amore ostacolata, tra Ohatsu e Tokubei, che si suicidarono al suo interno nel 1703, pur di rimanere per sempre uniti. Ci sono molte rappresentazioni teatrali e letterarie che raccontano questa vicenda, il tempio oggi è visitato dalle coppie come buon auspicio per il loro rapporto.
HIMEJI
Si trova nella prefettura di Hyogo ed è una tappa molto apprezzata dai turisti grazie ai suoi tesori storici e culturali, in particolar modo il castello.
Castello di Himeji
Il castello di Himeji, noto anche come castello dell’airone bianco (Shirasagijo) per il suo aspetto elegante e bianco, è considerato il castello più spettacolare del Giappone per le sue imponenti dimensioni e la bellezza dell’intero complesso.
Il castello è sia un tesoro nazionale che un sito del patrimonio mondiale UNESCO. A differenza di molti altri castelli giapponesi, non fu mai distrutto dalla guerra, dal terremoto o dal fuoco e sopravvive fino ad oggi come uno dei dodici castelli originali del paese. Entrando attraverso la porta Otemon, ci si trova in un grande prato alberato di ciliegi ed è un luogo molto popolare per scattare foto sia di giorno che di sera. Peccato, non abbiamo potuto visitare l'interno della fortezza poiché era chiuso causa Covid-19.
Parco del cimitero di Nagoyama
Il cimitero di Nagoyama è un chilometro a ovest del castello di Himeji si trova su di una collina, parco cimiteriale della città dove si svolge la cerimonia di cremazione.Qui si trovano laghetti con fontane e templi buddisti in pietra allineati sulla cima della montagna centrale, con nel mezzo uno stupa in cemento armato (36,7 metri di altezza).donato dal defunto Primo Ministro dell'India Nehru per pregare per la pace nel mondo il 13 aprile 1954.
TOKUSHIMA
Città molto tranquilla, sull'isola di Shikoku, che si trasforma ogni estate durante il vivace festival delle danze Awa Odori, (Awa è l’antico nome della prefettura di Tokushima, mentre Odori significa danza).
Queste danze tradizionali giapponesi, si possono ammirare tutto l'anno presso il Awa Odori Kai-kan, siamo stati fortunati, gli spettacoli erano regolarmente programmati durante il nostro soggiorno. Che dire siamo rimasti molto affascinati ad assistere a quest'esibizione, gruppi di danzatori si muovono in una sorta di precessione suonando strumenti tradizionali, indossando abiti colorati e folkloristici, assolutamente da vedere!
Il pellegrinaggio degli 88 templi di Shikoku nella prefettura di Tokushima
Sull’isola di Shikoku, può capitare di imbattersi in personaggi particolari, vestiti di bianco, che indossano un cappello di bambù, la bisaccia in spalla, camminano con passo deciso, hanno un bastone in mano, sempre silenziosi, discreti. Sono Henro, come si chiamano in giapponese i pellegrini di Shikoku, intenti a percorrere il pellegrinaggio degli 88 templi che attraversa la più rurale tra le quattro grandi isole che compongono l’arcipelago giapponese.
Il pellegrinaggio degli 88 templi, che rende famoso lo Shikoku in tutto il mondo, è un percorso circolare di circa 1400 km, sulle mitiche orme del santo bonzo Kobo Daishi,il fondatore del buddismo Shingon. Noi siamo stati benedetti prima di iniziare una parte del pellegrinaggio, poiché proprio in treno abbiamo incontrato il Sig. Kazumi, un henro, con il quale abbiamo visitato i primi cinque templi del pellegrinaggio. Il tempio Ryozen-ji,
situato nella città di Naruto, a 700 mt. circa dalla stazione ferroviaria fermata Bando, tappa iniziale e finale del pellegrinaggio, al suo interno si possono ammirare incantevoli giardini con una piccola cascata, un ampio stagno di carpe ed una pagoda a due piani. Dopo aver pregato insieme al Sig. Kazumi, ci siamo incamminati lungo la strada principale raggiungendo il secondo tempio il Gokuraku-ji,
qui si prega per la buona salute dei neonati, al suo interno si trova una pianta di cedro piantato da Kobo Daishi, che ha più di 1200 anni, una leggenda narra che toccandolo si riceve il dono della longevità. Dopo aver pregato, abbiamo ripreso il nostro cammino per circa 2 km, siamo arrivati al terzo tempio il Konsen-ji,
qui Kobo Daishi scavò un pozzo, per aiutare gli abitanti del villaggio, colpito dalla siccità, emerse acqua benedetta. Da qui proseguendo per altri 5 km lungo un sentiero che attraversa paesetti rurali, immerso nei boschi silenziosi si arriva al quarto tempio il Dainichi-ji,
conosciuto come il tempio della serenità, nel tempio ci sono 33 statue della dea Kannon. Da qui dopo circa 2 km si arriva al quinto tempio il Jizo-ji,
è il luogo dove Kobo Daishi scolpì una statua di vittoria in battaglia, conosciuta come Shogun Jizo Bosatsu. Si possono ammirare anche una splendida collezione di statue raffiguranti i 500 discepoli Rakan del Buddha. Abbiamo vissuto una magnifica esperienza spirituale grazie al nostro amico Kazumi.
TAKAMATSU
Capoluogo della prefettura di Kagawa, la più piccola tra le prefetture giapponesi. Il porto cittadino ha rappresentato il principale punto di accesso all'isola di Shikoku fino al 1988, quando venne inaugurato il ponte Seto Ohashi.
Il Giardino Ritsurin, risalente al 1625, è la principale attrazione della città ed è uno dei giardini paesaggistici più belli del paese. Si estende su un'area enorme, pari a 750.000 m², e al suo interno racchiude una sezione progettata in stile tradizionale giapponese, e un'altra realizzata in stile occidentale.
Sparse qua e là ci sono numerose collinette, laghetti ed edifici tradizionali, che aggiungono al giardino un pizzico di bellezza e di fascino senza tempo. Che dire ce lo siamo goduto appieno, passeggiando lungo i sentieri che passano accanto a stagni attraversati da ponticelli, sale da tè, colline alberate, padiglioni e prati che sembrano infiniti. In poche parole questo è il luogo adatto per la contemplazione ed il relax. Sui laghi più grandi è possibile fare un tour a bordo di imbarcazioni tradizionali in legno.
Il Castello di Takamatsu è un altro luogo molto interessante, fu costruito nel 1590, è uno dei pochi castelli giapponesi situati a pochi metri dalla costa e proprio questa sua particolare posizione gli conferisce alcuni elementi unici come un fossato alimentato dall’acqua del mare.
Kotohira è una cittadina situata nella parte settentrionale dello Shikoku, conosciuta principalmente per il Kompirasan, il santuario più grande e visitato dell'isola, dedicato ai marinai, costruito ai piedi del Monte Zozu e accessibile tramite una ripida e scenografica scalinata in pietra di 1368 gradini.
Nel primo tratto della scalinata (785 gradini), che conduce al santuario si trovano vari negozietti su entrambi i lati e ristorantini che servono i classici sanuki udon la specialità gastronomica locale. Il primo sito di rilievo che si incontra è l' O-mon, un portale di pietra da cui si accede allo Homotsu-kan, la sala del tesoro. Nelle vicinanze ci sono cinque banchetti di dolci tradizionali, queste venditrici, chiamate Gonin Byakusho (cinque contadine), sono i discendenti delle famiglie che ottennero in passato il permesso di svolgere attività commerciale nel luogo sacro.
Continuando a salire si arriva allo Shoin, sala per l'accooglienza, per poi raggiungere il grande Asahi-no- Yashiro, Santuario del Sol Levante, dedicato alla dea del sole Amaterasu, costruito nel 1837, celebre per le eleborate decorazioni in legno. Nel tempio si possono acquistare oltre a vari amuleti, anche la statua del cane kompira, simbolo del santuario. In passato quando ancora non esistevano i mezzi di trasporto,gli anziani e chi viveva lontano aveva difficoltà a raggiungere il tempio, pertanto venivano usati i cani, affidati ai viaggiatori, per fare un’offerta alle divinità.
Si usava porre al collo del cane una piccola borsa che conteneva una targa in legno, l’offerta in moneta e del denaro come ricompensa per i viaggiatori, i quali lungo il cammino guidavano i cani facendoli arrivare sani e salvi. Proseguendo la salita si arriva al Gohonsha, fino a raggiungere la sala principale, l'Ema-do, Padiglioni degli Ema, offerte lasciate dai marinai, un piccolo museo in cui sono custodite fotografie, targhe e modellini.
Tra gli oggetti più interessanti in esposizione c’è anche la riproduzione di un piccolo sottomarino. Il complesso dispone di un'ampia terrazza panoramica situata accanto alla sala principale, dalla quale si hanno viste spettacolari sulla città e sulle vette montuose della regione. La maggior parte dei turisti si fermano in questo punto e poi fanno ritorno al centro città, ma chi si sente particolarmente avventuroso come noi, può proseguire per altri 45 minuti attraverso un sentiero che conduce al Okusha, Santuario Interno, caratterizzato dalle figure di tengu (demoni simili a uccelli) scolpite sulla parete rocciosa, da quassù ci siamo goduti un bellissimo panorama dall'alto della città.
Zentsuji, è un piccolo centro sviluppato intorno all'omonimo tempio e luogo di nascita di Kobo Daishi. Lo Zentsuji, il 75°degli 88 templi del pellegrinaggio, vanta una magnifica pagoda a cinque piani e giganteshi alberi di canfora risalenti al periodo in cui Kobo Daishi era bambino.
MATSUYAMA
Capoluogo della prefettura di Ehime, è la città più grande dello Shikoku. La città è conosciuta per i suoi onsen, tra cui il Dogo Onsen, considerato il più vecchio del Giappone, il castello della città, la fortificazione Matsuyama-jo, il tempio Ishite-ji e l'Orologio Botchan. Dogo Onsen è una zona della città di Matsuyama, quest'area è famosa soprattutto per le sue sorgenti termali, vi si trovano infatti vari onsen, sia all'interno degli hotel che pubblici.
Il centro di Dogo Onsen è quella zona nei dintorni del capolinea del tram, di fronte alla quale si estende una galleria commerciale coperta che porta all'onsen pubblico più famoso del quartiere, il Dogo Onsen Honkan. Il nostro giro in città è iniziato proprio da qui, nello specifico dall'Orologio Botchan Karakuri, un luogo molte interessante e curioso.
La particolarità che ha reso questo orologio una popolare attrazione turistica della zone è il fatto che ogni ogni ora l'orologio cominci a suonare delle musichette e dall'interno dell'orologio vengano fuori delle statuette di personaggi di una delle opere letterarie più famose di Soseki Natsume, "Botchan". Accanto all'orologio si trova inoltre un onsen per i piedi utilizzabile gratuitamente e naturalmente Giovanni ne ha approfittato!
Da qui ci siamo recati al Dogo Onsen Honkan un onsen pubblico che rappresenta l'attrattiva più celebre del quartiere, è considerato uno dei bagni pubblici termali più antichi di tutto il Giappone, con una storia millenaria ricca anche di aneddoti e leggende, peccato che fosse in restauro.
A poca distanza si trova il Isaniwa Jinja raggiungibile dopo aver percorso una affascinante scalinata in pietra,un santuario shintoista è il più grande del quartiere.
Il tempio buddista più famoso della zona è il Ishite-ji, il 51°degli 88 templi del pellegrinaggio dello Shikoku, uno dei più suggestivi comprende numerosi edifici tra cui una pagoda a tre piani ed un cancello d'ingresso ritenuto di notevole importanza storica, sulla collina si erge una statua di Kobo Daishi che guarda verso il tempio.
Oltre al complesso principale, attraversando a piedi un tunnel scavato sotto la roccia lungo circa 200 metri e pieno di statue religiose, si può raggiungere un secondo tempio dall'architettura alquanto curiosa, con una cupola di colore dorato probabilmente unica nel suo genere in Giappone.
Il Matsuyama-jo rappresenta uno dei migliori esempi di castello feudale giapponese giunti fino ad oggi, si trova sul Monte Katsuyama, raggiungibile a piedi oppure tramite una funivia. Questo castello fu costruito tra il 1602 e il 1628 ancora oggi è possibile trovare alcuni edifici dell'epoca così come altri edifici costruiti in epoche successive. Siamo stati fortunati poiché era aperto al pubblico, il complesso è molto esteso e comprende tante sale ed edifici, il percorso per arrivare fino alla torre principale del castello è molto suggestivo e affascinante, anche per il panorama che si scorge da alcuni punti
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HIROSHIMA
Abbiamo raggiunto Hiroshima dopo una bellissima traversata in traghetto,
capitale dell'omonima prefettura e città più grande della regione Chugoku nel sud del Giappone.
Tristemente famosa a livello mondiale per essere stata la prima città obiettivo di un attacco nucleare, il 6 agosto 1945 da parte degli Stati Uniti, che rase al suolo la città.
Nell'area dove un tempo si trovava il cuore commerciale della città, raso al suolo dalla bomba atomica, oggi è chiamato il Parco della Pace, racchiuso tra due fiumi,
all'interno vi sono vari monumenti e memoriali legati al tragico evento. La Cupola della Bomba Atomica,
è il simbolo più toccante della devastazione, uno dei pochi edifici rimasti in piedi dopo lo scoppio della bomba atomica, le autorità dell'epoca decisero di lasciarlo intatto nelle condizioni in cui si trovava come testimonianza del terribile accaduto. Fu costruito nel 1915, prima di essere distrutto, ospitava la sede dell'ente di promozione industriale della città. Al centro del parco si trova il Laghetto della Pace ed il cenotafio, un monumento che riporta i nomi di tutte le vittime,
a poca distanza si trova la Fiamma della Pace. Continuando si arriva al Monumento per la Pace dei Bambini, dedicato a tutti i bambini morti a causa della bomba atomica. Sulla cima del monumento vi è una statua di una bambina che tiene in mano una gru, quella bambina è Sadako Sasaki,
una sopravvissuta all'esplosione che successivamente si ammalò di leucemia, commosse la nazione perchè durante il suo ultimo periodo di vita in ospedale faceva continuamente origami raffiguranti gru, (secondo un'antica leggenda giapponese, chi avesse fatto mille gru di carta avrebbe potuto esprimere un desiderio e naturalmente si sarebbe esaudito), il suo fu quello di guarire, putroppo morì prima di compiere l'impresa che fu portata a termine dai compagni di scuola. Vicino a questo monumento vi sono centinaia di origami che vengono continuamente portati dai visitatori. Prima di partire ho letto il libro “Il gran sole di Hiroshima”, che consiglio vivamente, poiché narra tutte le vicissitudini della piccola Sadako Sasaki, arrivata davanti a questo monumento, ho provato un gran senso di tristezza, mi sono commossa ripensando alle pagine lette. Più in là c'è il Monumento per le Vittime Coreane della Bomba Atomica (molti coreani furono deportati in Giappone, durante la seconda guerra mondiale e furono costretti ai lavori forzati) e poi il Tumulo della Bomba Atomica, nella cui cripta sono sepolte le ceneri di vittime non identificate. Cito per ultimo il Museo della Pace di Hiroshima, che era chiuso per disposizioni governative causa il Covid-19, peccato.
Sul lato opposto della Cupola della Bomba Atomica si trova il parco di Hananowa, in questi giorni c'è una mostra dedicata ai fiori, una passeggiata spensierata tra questi colori ci ha aiutato ad attenuare le forte emozioni dalla visita precedente.
Il Hiroshima-jo è un tipico esempio di castello tradizionale giapponese, fu costruito nel 1589 e probabilmente sarebbe arrivato ai nostri giorni se non fosse stato distrutto dalla bomba atomica. Nel 1959 è stato ricostruito e si trova in un angolo di un parco circondato da un fossato pieno d'acqua, chiuso al pubblico in questo periodo.
MIYAJIMA
L’isola di Itsukushima, o più comunemente conosciuta con il nome di Miyajima, è un’isola sacra, si trova vicino alla costa a pochi chilometri da Hiroshima. Nota anche per la presenza di cervi selvatici che girano liberamente lungo le strade e la cittadina, così come avviene anche a Nara, intrattenendo i turisti e gli abitanti del luogo. Per la tradizione giapponese su quest’isola non si può nascere e neanche morire. Dal monte Misen, ad un’altitudine di più di 500 metri si può godere di un ottima vista.
Il santuario di Itsukushima è unico per essere costruito sull’acqua, apparentemente galleggiante nel mare durante l’alta marea.
Il complesso del santuario è costituito da più edifici, tra cui una sala di preghiera, una sala principale e un palcoscenico teatrale, collegati da passerelle e sostenuti da pilastri sul mare. La particolarità di questo santuario è il suo iconico torii “galleggiante” conosciuto in tutto il mondo,
con la bassa marea, l’acqua defluisce dalla baia, questo è il momento in cui si può vedere il torii da vicino.
Il Senjo-kaku è un imponente padiglione costruito nel 1587, molto suggestivo con grandi travi e dipinti appesi al soffitto, si trova su una piccola collina proprio accanto al Santuario di Itsukushima. Adiacente a Senjo-kaku si può ammirare una colorata pagoda a cinque piani costruita originariamente nel 1407, precedente al santuario stesso.
Il Daigan-ji è un tempio buddhista dedicato a Benzaiten, nome giapponese della dea della fortuna hindu Sarawati. La statua raffigurante Yakushi Nyorai (maestro della medicina), si pensa che sia stata scolpita da Kobo Daishi.
Il Daisho-in è uno dei templi più importanti del buddismo Shingon, si trova alla base del Monte Misen, sul quale Kobo Daishi iniziò la pratica del buddismo sull’isola di Miyajima. Il cancello principale di accesso è chiamato Porta di Niomon e presenta ai suoi lati due statue Nio, a protezione contro il male e a garantire la filosofia buddhista in terra. Subito dietro una scalinata porta alla parte centrale del tempio, un interessante rituale buddista che può essere eseguito salendo i gradini del tempio è far girare la fila di ruote con sopra incisi i sutra (scritture buddiste), si ritiene che abbia lo stesso effetto di leggerli e quindi si può beneficiare delle benedizioni.
Proseguendo si trova una grande campana e poi lungo il percorso sono posizionate 500 statue di Rakan ( i discepoli di Buddha), ognuna con un'espressione diversa.
Continuando la visita si possono ammirare molti edifici e stature religiose, ma la sala che secondo me la più bella, è la Grotta di Henjokutsu abbastanza buia ma illuminata in modo soffuso da una serie di lanterne appese al soffitto, al cui interno sono disposte 88 icone buddiste che simboleggiano i templi del tragitto di pellegrinaggio dell’isola di Shikoku. I fedeli credono che visitando la grotta e seguendo il percorso lungo le icone, avranno le stesse benedizioni di coloro che fanno il vero pellegrinaggio in tutti i templi del percorso.
Il Monte Misen si trova a 535 metri sul livello del mare, è la vetta più alta di Myajima, raggiungibile in parte prendendo la funivia per poi proseguire per circa un chilometro a piedi oppure percorrendo a piedi alcuni sentieri. Ci sono tre sentieri che portano sulla cima Misen: il sentiero Momijidani, il sentiero Omoto ed il sentiero Daisho-in che offre le viste più belle. Noi abbiamo percorso quest'ultimo impiegando circa due ore per raggiungere la vetta.
Si dice che il buddismo fu praticato per la prima volta sul Monte Misen da Kobo Daishi, il fondatore della setta Shingon.Vicino alla cima del monte Misen sorgono diverse strutture del tempio che appartengono al tempio Daisho-in alla base della montagna. Di particolare interesse sono il Misen Hondo (Misen Main Hall) e il Reikado (casa della fiamma spirituale).
Quest’ultimo protegge una fiamma, che si dice che Kobo Daishi abbia acceso quando ha iniziato a pregare sulla montagna. Da allora è accesa e fu anche usata per accendere la Fiamma della Pace nel Parco della Pace di Hiroshima. Abbiamo fatto un bel trekking per arrivare fino a qui, ma la fatica è stata ripagata!
NAGASAKI
Si trova nella parte ovest dell’isola di Kyushu ( a sud-ovest dell’arcipelago giapponese), tristemente famosa per lo sgancio della seconda bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale, appena 3 giorni dopo quella di Hiroshima, il 9 Agosto 1945.
Il Parco della pace di Nagasaki commemora il bombardamento atomico che distrusse una parte significativa della città e uccise decine di migliaia di abitanti. Il complesso comprende due parchi e un museo commemorativo con al centro del complesso l’Hypocenter Park con un semplice monolito nero che segna l’epicentro dell’esplosione. Non lontano da esso si trova un pilastro danneggiato dell’ex Cattedrale di Urakami che fu distrutto nell’esplosione.
Sulla collina sopra l’Hypocenter Park si trova il Museo della bomba atomica di Nagasaki, con la missione di informare le generazioni future sull’orrore della guerra, le mostre all'interno sono davvero strazianti,
entrando ci trova subito davanti agli occhi un'orologio distrutto con le lancette ferme alle 11:02, orario dell'esplosione,
proseguendo si trova una cisterna dell'acqua devastata, una riproduzione della bomba Fat Man, ma gli oggetti più inquietanti sono quelli appartenuti alle vittime che sono morte nell'esplosione.
Una mostra descrive la lotta per il disarmo nucleare, mostrando le nazioni attualmente in possesso di questi armamenti, posso dire una visita molto interessante, che fa riflettere ma nello stesso tempo molto forte a livello emozionale. Dall’altra parte della strada rispetto all’Hypocenter Park, si trova il parco della memoria che contiene l’iconica Statua della Pace,
una grande fontana e vari altri monumenti commemorativi donati alla città da vari governi e gruppi di tutto il mondo, ci sono anche monumenti per le vittime coreane e cinesi morte nel bombardamento.
Nagasaki Chinatown, conosciuto anche come Shinchi Chinatown, è la più antica del Giappone, due strade strette si incrociano al centro dell'area, ci sono quattro porte d'ingresso alle due estremità di due strade, lungo le quali ci sono ristoranti cinesi e vari negozi.
Il Tempio Sofukuji è stato costruito nel 1629 per i residenti cinesi di Nagasaki secondo l’architettura cinese contemporanea, appartiene alla scuola Obaku del Buddismo Zen giapponese. All'interno si possono ammirare l'enorme calderone
dove venivano cucinati i pasti per le vittime della carestia che colpì la zona nel 1681 e una statua di Maso, la dea del mare venerata anticamente dai marinai cinesi.
Il Kofukuji è uno dei tanti templi nella zona di Teramachi, ai piedi di una ripida collina. È stato costruito nel 1620 come il primo tempio della setta Obaku, la più giovane delle tre scuole all’interno del Buddismo Zen giapponese.
Il Suwa-jinja è il principale santuario shintoista di Nagasaki, si trova alle pendici del Monte Tamazono-san, raggiungibile tramite una scalinata in pietra che porta sulla montagna e ai vari edifici che compongono il santuario.
Dejima, fu costruita nell’anno 1634 per volere dello shōgun Tokugawa Iemitsu, per ospitare gli insediamenti commerciali olandesi. Inizialmente essa serviva a separare e contenere l’insediamento, dei portoghesi, che predicavano le proprie credenze religiose e le proprie culture, infastidendo gli shōgun. Dejima è a forma di ventaglio, separata dal resto del Giappone da un canale che la circonda, unendola al territorio giapponese solo tramite un ponte che era strettamente sorvegliato.
All’interno del piccolo isolotto c’erano abitazioni, magazzini, botteghe e ogni genere di necessità per i viandanti olandesi che non potevano entrare nel territorio giapponese.
Nel 1854 la stretta politica che aveva fatto nascere Dejima venne abolita, grazie al trattato di Kanagawa. Successivamente l’area fu bonificata e inglobata nella moderna Nagasaki. Attualmente Dejima è stata fedelmente ricostruita nello stile Edo, vi sono abitazioni storiche visitabili dai turisti oltre a collezioni di oggettistica del tempo. Un edificio che mi ha colpito particolarmente è l'abitazione riservata ai capitani delle navi olandesi, arredata con mobili che si rifanno a quelli olandesi del diciannovesimo secolo.
Il fiume Nakashima-gawa, è attraversato da una pittoresca serie di ponti di pietra del XVII sec., il più noto è il Meganebashi (“ponte degli occhiali”) fu costruito nel 1634, molto apprezzato sia dai giapponesi che dai turisti, è uno dei più belli.
Lungo la passeggiata, che costeggia il ponte, c'è una scalinata collegata ad un percorso pedonale in pietra che si snoda lungo le rive del fiume e consente di ammirare il ponte da un’altra prospettiva.
KUMAMOTO
Per raggiungere Kumamoto abbiamo viaggiato in treno fino a Shimabara, da qui un'oretta di traghetto
e poi trenta minuti circa di bus per arrivare nel centro della città, questa è stata un tappa di transito, ma ne abbiamo approfittato per conoscerla un po'. Kumamoto, è la capitale dell’omonima prefettura ed è una delle principali città della costa occidentale del Kyushu. Abbiamo fatto una passeggiata fino al Kumamoto-jo, un bellissimo castello posto sulla sommità di una collina, situato nel quartiere d Chuo-ku. Fu costruito tra il 1601 e il 1607, era un castello imponente ed estremamente ben fortificato, purtroppo il castello e gli edifici annessi erano chiusi fino a data da definirsi a causa dei danni subiti dal terrremoto del 2016, ma in minima parte l'abbiamo ammirato dall'esterno.
BEPPU
Il Jigoku meguri,“circuito degli inferni”, è composto da otto sorgenti termali, si dividono in due gruppi, sei sono a Kannawa e gli altri due sono nel quartiere Shibaseki, tutti raggingibili con bus.
Umi Jigoku,“inferno del mare”, chiamato così per via del colore blu turchese dell’acqua che ricorda quella del mare è il più grande e probabilmente uno dei più spettacolari.
Nei suoi ampi giardini, ci sono un paio di stagni secondari di colore arancione e un grande stagno di acqua trasparente con fiori di loto.
Oniishibozu Jigoku, “inferno del monaco-demone”, le bolle di fango di colore grigiastro che emergono dalla sorgente sono state paragonate alle teste rasate dei monaci.
Shiraike Jigoku,“inferno bianco”, prende il nome dal colore bianco dell’acqua dovuto ad un mix di minerali che la rende quasi simile al latte.
Kamado-Jigoku, “inferno del forno”, deriva dall’antica usanza di cucinare cibi, grazie ai vapori prodotti dalle sorgenti.
Oniyama Jigoku,”inferno del demone della montagna”, qui è stata sfruttata l’acqua calda della sorgente per creare un habitat adatto ai coccodrilli.
Yama Jigoku, “inferno della montagna”, qui diversi animali vengono tenuti in cattività all'interno di gabbie.
Chi-no-ike Jigoku, “inferno della pozza di sangue”, deve il suo nome all’acqua rossa dovuta all’argilla presente nello stagno.
Tatsumaki Jigoku, “inferno del tornado”, il suo nome deriva dal geyser che sgorga enormi quantità di acqua bollente a intervalli regolari.
Takegawara, è il più famoso onsen della città, fu costruito nel 1879, oltre ai bagni termali classici si possono fare anche bagni di sabbia, rilassandosi in un’atmosfera del passato.
KANAZAWA
Splendida località, non eccessivamente turistica, è la destinazione ideale per scoprire il Giappone più tradizionale, con i suoi vicoli che riportano indietro nel tempo e i vecchi quartieri dei samurai e delle geishe, giunti a noi in un perfetto stato di conservazione. Era l’antica roccaforte del clan dei Maeda, una delle famiglie di samurai più importanti in epoca feudale, secondi soltanto ai Tokugawa: furono loro a trasformare questa cittadina in un ricco e vivace centro culturale e commerciale e oggi molte delle attrazioni sono incentrate sull'antico clan.
Il giardino Kenrokuen è classificato come uno dei “tre giardini paesaggistici più belli” del Giappone. Il nome Kenrokuen significa letteralmente “Giardino delle Sei Sublimità”, che secondo la teoria cinese della dinastia Sung, richiedeva sei caratteristiche per essere perfetto: posizione appartata, ampiezza, artificiosità, antichità, abbondanza d'acqua e vasto panorama, questo giardino ha tutte questi criteri.
Entrando abbiamo attaversato un viale di alberi di ciliegio in fiore che ci hanno avvolti con i loro profumi e i loro colori.
In origine il giardino apparteneva al castello di Kanazawa, situato accanto ad esso, ma dal 1874 è stato aperto al pubblico
Il Kanazawa-jō è stato la residenza dal 1583 al 1869 del clan Maeda, signori della regione che raggiunsero potere e ricchezza secondi soltanto agli shogun Tokugawa. Durante la sua storia il castello ha subito diversi incendi e poco è sopravvissuto, ma negli ultimi anni è stata avviata una grande opera di ricostruzione. La fortezza si sviluppa su un'area molto vasta, alla quale si accede solitamente tramite la porta Ishikawa-mon, un'imponente struttura in pietra posta di fronte al giardino Kenrokuen.
Nagamachi era il quartiere dei samurai di Kanazawa, qui con le loro famiglie vivevano i samurai legati alla famiglia Maeda, che a lungo ha governato la regione. Oggi l'area è ben conservata e appare così com'era in età feudale, con stretti vicoli lastricati di pietra e delimitati da muri di cinta costruiti in maniera tradizionale, in fango e con tegole alla sommità.
Il Oyama Jinjia è un santuario noto per la sua particolare porta d'accesso, fu costruita nel 1875 da un architetto olandese che mescolò elementi giapponesi, cinesi ed europei, con un risultato decisamente insolito rispetto ai classici santuari shintoisti.
TOYAMA
Capoluogo e la città più grande dell’omonima prefettura, era una piccola cittadella sviluppatasi attorno al proprio castello, sorge tra le Alpi Giapponesi che offrono molte stazioni sciistiche e percorsi di trekking.
Il Toyama-jo, un tempo era la dimora di signori feudali e samurai, oggi è il cuore di un bellissimo parco cittadino, arricchito da musei dell’arte, giardini in stile giapponese e distese di ciliegi.
Si trova nel cuore della città e sebbene si tratti di una ricostruzione, conserva alcuni dettagli originali, come le mura e i fossati.
Passeggiando in città abbiamo visitato il santuario Gokuku, circondato da bellissimi ciliegi in fiore ed il santuario Hie Jinja.
TAKAYAMA
Una città nella regione montuosa di Hida, nella prefettura di Gifu, conserva ancora una piccola parte del Giappone tradizionale, con le sue abitazioni in legno e le strette stradine del periodo Edo. ll sake è una delle specialità locali, ci sono diverse vecchie distillerie nel centro storico che abbiamo visitato, degustando quest'ottima bevanda.
MATSUMOTO
Immersa tra le Alpi settentrionali del Giappone nella prefettura di Nagano,è una cittadina tranquilla, che mescola storia, folklore, arte e modernità, Il Matsumoto- jo è uno dei castelli giapponesi più famosi e fotografati, soprattutto per il bellissimo stagno che ne circonda la parte esterna e che fa rispecchiare al suo interno la facciata del castello.
è uno dei pochi castelli originali ancora perfettamente intatto e completamente accessibile ( non in questi giorni). Il suo soprannome è “Castello del Corvo” perché il suo aspetto esterno tende a ricordare, un corvo, sia per il suo colore nero e grigio sia per la forma dei tetti che lo ricoprono, che sembrano ali.
L’ingresso dà su un’area verde dove sorge un piccolo parco che affaccia direttamente sullo stagno che circonda il castello, qui ci siamo seduti ad ammirare questa meraviglia, ma è anche un ottimo luogo per ammirare l’hanami.
NAGANO
Capitale dell’omonima prefettura,incastonata tra le Alpi Giapponesi, si è sviluppata come cittadina attorno al tempio Zenko-ji, uno dei più famosi in Giappone. La visita del tempio inizia con il passaggio attraverso la porta principale Sanmon, risalente alla metà del 1700.
Si dice che al suo interno sia custodito la prima statua buddista portata in Giappone, raffigurante Amida Buddha, non è visibile al pubblico, tuttavia ogni sette anni, durante la solenne cerimonia Gokaicho Matsuri, viene esposta una copia, pertanto affluiscono molti fedeli.
In compenso si può venerare la statua di Binzuru, un guaritore seguace del Buddha, in alcuni punti molto consumata, perchè i visitatori toccandola in corrispondenza delle parti malate del loro corpo sperano di ottenere la guarigione. Anche noi abbiamo pensato bene di farlo, guariremo? Durante la visita abbiamo assistito ad una funzione religiosa dei monaci locali, un'esperienza unica.
NIIGATA
Una tappa di transito è stata nella città di Niigata che si estende lungo la costa del Mar del Giappone, nella regione di Chubu. Durante il viaggio in bus le Alpi Giapponesi erano innevate e faceva freddo,
fortunatamente arrivati a destinazione lo scenario era cambiato.
YAMAGATA
Ci siamo fermati nella città di Yamagata, capitale dell'omonima prefettura, nella parte nord del Giappone, circondata da montagne e piste da sci. A pochi passi dalla stazione si trova il Parco di Kajo, al suo interno c'è il Castello di Yamagata, ci avrebbe fatto piacere visitarli, ma eranto chiusi al pubblico. Allora insieme agli abitanti del posto ci siamo divertiti a fotografare i treni shinkasen
che sfrecciavano lungo il fossato circondato da ciliegi in fiori.
In realtà abbiamo fatto tappa qui per andare a Yamadera famosa per il Risshaku-ji un complesso buddista alquanto scenografico costruito su una ripida collina rocciosa
Per raggiungere l’ingresso del tempio abbiamo camminato per una decina di minuti dalla stazione ferroviaria, attraversando un ponte di colore rosso e salendo poi una ripida scalinata in pietra composta da 1110
scalini.
Uno dei principali edifici del tempio è la Konponchudo Hall,
una struttura in legno che custodisce diverse statue buddiste e una fiamma che si dice sia rimasta accesa ininterrottamente sin dal momento della fondazione del tempio.
Proseguendo lungo un sentiero per circa mezz'ora, superata la porta Niomon si arriva all'area superiore, qui ci sono vari templi minori. Tra gli edifici più importanti qui c'è la sala Kaisando, dedicata al fondatore del tempio Yamadera, il monaco Jikaku Daishi.Una volta superato il Kaisando, si giunge alla Godaido Hall, una piattaforma di osservazione che offre la migliore vista sulla valle sottostante. Arrivati in cima ci siamo dimenticati della fatica, poiché la vista che si può ammirare da lassù è davvero sensazionale.
Yamadera è famoso per aver ospitato il poeta Matsuo Basho,
che in questo luogo compose un breve haiku dedicato al tempio, nella parte inferiore della montagna c'è una statua in suo onore che riporta i versi del poema. Giornata intensa, suggestiva, esperienza da fare assolutamente!
TSURUOKA
Ci siamo spostati nella tranquilla città di Tsuruoka,
qui ci siamo rilassanti nel bellissimo parco sulle rovine del castello, ammirando i fiori di ciliegio, visto che è stato votato come uno dei 100 migliori punti d'osservazione. Da qui in bus ci siamo recati al Dewa Sanzan, “tre montagne di Dewa”, sono tre montagne sacre, ognuna con un santuario sopra o vicino alla sua cima. Le montagne si chiamano Haguro-san, Gas-san e Yudono-san, rappresentano, la nascita (Haguro-san), la morte (Gas-san) e la rinascita (Yudono-san), le montagne sono solitamente visitate in questo ordine. Le origini sacre dell’area Dewa Sanzan vengono collegate ad una disciplina chiamata Shugendo, nata agli inizi dell’ottavo secolo: lo Shugedo racchiude alcuni aspetti dello shintoismo e del buddismo con alcune pratiche pagane delle tribù delle montagne. Noi abbiamo deciso di visitare il monte Haguro-san, il modo più suggestivo per raggiungere la cima è quello di intraprendere il percorso tradizionale, composto da una gradinata in pietra di 2446 scalini, chiamato Ishi-Dan,
che si snoda in una foresta di cedri. Lungo il percorso si può ammirare la Goju-no-to, una bella pagoda a cinque piani,
l'originale risale al 937, tuttavia quella che possiamo ammirare oggi è una ricostruzione del 1377. Proseguendo a metà strada circa, si trova la Ni-nosaka-chaya, un'antica casa da tè, in ristrutturazione in questi giorni. Ci fermiamo ogni tanto per ammirare e goderci il meraviglioso panorama, visto che ci sono pochissimi pellegrini. Lungo la scalinata, si possono individuare 33 disegni intagliati nella pietra dei gradini, che raffigurano ciotole e vasi, si dice portino prosperità e fortuna a chi li individua tutte. Oltrepassando il fiume Haraigawa,
percorrendo un ponte in pietra, ci siamo trovati davanti ad un gigantesco cedro, si tratta di Jijisugi, considerato l’albero millenario più antico del Monte Haguro. Al termine della scalinata si raggiunge la cima a 414 m., qui si può ammirare il Sanjin Gosaiden, tappa finale del percorso.
Nel complesso sono venerate le divinità di tutti e tre i santuari di Dewa Sanzan: Tsukiyomi-no-Mikoto, Oyamatsumi-no-Mikoto e Ideha-no-Mikoto. Che dire luogo molto suggestivo, assolutamente da visitare.
AKITA
Capitale dell'omonima prefettura, una delle più a nord dell'isola di Honshu, una città rurale, è una delle principali produttrici di riso. Una città molto tranquilla e poco turistica, tranne i primi giorni di agosto quando va in scena il Kanto Mastsuri, festival delle lanterne.
La sera più di 160 uomini partono dal centro cittadino reggendo abilmente in equilibrio i Kanto, canna di bambù alta circa otto metri, con lanterne illuminate appese su telai di bambù, alcuni dei quali arrivano a pesare 60 kg., accompagnati da suoni di tamburi e flauti.
Sollevando i pesanti pali, si scacciano gli spiriti maligni e la gente offre preghiere agli dei shintoisti e buddhisti. Come ho già precisato questo va in scena ad agosto, ma durante l'anno si può visitare il Neburi Nagashi Kan, l' Akita City Folk Performing Arts Heritage Center, qui si possono vedere filmati relativi al festival, dalla preparazione allo svolgimento, ci sono espositi molti kanto, si può vivere l'atmosfera di questo grande evento di Akita. Accanto a questo edificio si può visitare l'antica casa della famiglia Kaneko,
costruita nello stile archetettonico del periodo Edo. Abbiamo fatto anche una passeggiata nel Senshu-koen, qui un tempo sorgeva il Castello di Kubota, custruito nel 1602 e distrutto durante un incendio avvenuto nel periodo Menjii (1868-1912). Oggi rimango soltanto il fossato, il portone e la torre di avvistamento, il fosso è stato convertito in una serie di laghetti, circondati da quest'immenso parco, che durante la fioritura dei ciliegi si trasforma in una distesa rosa, luogo ideale per rilassarsi e godersi questo spettacolo della natura.
MORIOKA
Capitale della prefettura di Iwate, si trova all'ombra del Monte Iwate, sulle sponde dei fiumi Kitakami e Nakatsu. Anche qui abbiamo fatto una passeggiata nel parco del castello che in realtà non esiste più, sono rimasti soltanto resti di mura, in compenso c'erano tanti ciliegi in fiori, che hanno reso piacevole la nostra passeggiata, in lontanaza faceva da cornice il Monte Iwate innevato. A poca distanza c'è il Sakurayama Shrine, ben tenuto e piuttosto vivace. Un'attrazione particolare e curiosa di questa città è il Ciliegio nella roccia, un ciliegio di tre secoli fa, spuntato dalla fessura di un masso di granito.
Abbiamo visitato il Mitsuishi Srhime, “Tre Rocce"Mitsuishi, secondo la leggenda, quando il Monte Iwate eruttò, le tre rocce vennero scaraventate nella città di Morioka.
Per placare l'ira del demone delle montagne, gli abitanti chiesero protezione agli spiriti di Mitsuishi, che obbligarono il demone a promettere di non infastidire più le persone. Come segno della sua promessa, il demone lasciò un'impronta della sua mano sulle rocce e da qui il nome di Iwate, letteralmente 'mano di roccia'. In un piccolo vicolo si trova il Tempio di Hoonji,
fu costruito nel 1394, la sua particolarità sono le statue di 500 discepoli buddhisti (rakan), realizzati da nove maestri buddhisti a Kyoto nell'arco di quattro anni dal 1731, tutti realizzati in legno laccato con una tecnica yoseki-zukuri (una tecnica a blocchi uniti), ognuna con un'espressione e posa diversa.
Prima di rientrare a Tokyo, ci siamo fermati a Sendai,
la città più grande della regione di Tohoku. E' stata la città principale più vicina all’epicentro del terremoto dell’11 marzo 2011. Lo tsunami ha devastato la periferia costiera della città ma non ha causato gravi danni nel centro della città e ne vogliamo parlare che proprio durante il nostro soggiorno c'è stata una scossa di terremoto! Per fortuna non ci sono stati danni, tutti i palazzi oscillavano, stessa cosa i semafori, i pali della luce e anche noi che eravamo pronti a uscire dalla stanza dell'albergo, la salvezza è che tutte le strutture sono antisismiche. In strada non è sceso nessuno, anzi in albergo nessuno era preoccupato, diciamo che sono abituati.
Il nostro rientro a Tokyo è stato anticipato, poiché ci è stato cancellato il volo di ritorno in Italia,
sempre causa Covid-19. Tra varie peripezie e costi maggiorati del biglietto aereo, siamo riusciti a tornare a casa con Qatar, via Doha,
partendo dall'aereoporto di Tokyo-Narita, completamente vuoto, tutti i negozi chiusi e tantissimi voli cancellati.
Nonostante il periodo difficile, questo viaggio nel Paese del Sol Levante sarà indimenticabile, abbiamo visto cose che soltanto chi lo visiterà le potrà scoprire ed apprezzare, un paese super tecnologico, si distingue per il rispetto, la precisione, la pulizia, l'organizzazione, che dire, unico!